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mercoledì 23 giugno 2021

Recensione: 'Nient'altro che nebbia' di Patrizia Emilitri

Buongiorno lettori! Oggi vi lascio la recensione di un libro che mi ha davvero sorpresa. Si tratta del nuovo titolo di Patrizia Emilitri, che con il suo La carezza leggera delle primule non mi aveva per nulla convinta. Credo che l'autrice abbia trovato il suo vero genere narrativo e Nient'altro che nebbia mi è piaciuto moltissimo. Ora ve ne parlo!


Titolo: Nient'altro che nebbia
Autrice: Patrizia Emilitri
Pagine: 342
Prezzo: € 15,00
Editore: TEA

TramaIn una grigia mattina di novembre il paese di Perzeghetto Olona - poche migliaia di anime vicino al lago Maggiore - deve affrontare il peggiore dei risvegli: il corpo senza vita della giovanissima Nadia Bignami viene ritrovato presso il lavatoio. Le indagini sono sin troppo semplici, perché l'ultima persona a vedere viva la vittima ha lasciato sul posto una traccia molto evidente: il suo zainetto, con tanto di portafoglio e documenti. È un altro giovane del paese, Andrea Costa, un ragazzo tranquillo, che studia e non ha mai dato preoccupazioni. Andrea non scappa, anzi, confessa lo spintone fatale. Ma perché i due si trovavano lì e cosa è successo realmente? Andrea non lo dice. E non lo dirà mai, andando incontro a un'inevitabile condanna. Sulla piccola comunità il «fatto di sangue» si abbatte come una tempesta, suscitando un'onda di odi, risentimenti, reticenze, pettegolezzi, pregiudizi e assurdità che travolge tutto e tutti: una ferita collettiva che soltanto gli anni riusciranno, lentamente e dolorosamente, a medicare. Questa storia dolente, ma non disperata, è racconta da Patrizia Emilitri con ritmo avvincente, ammirevole precisione di dettaglio e profonda partecipazione umana: Nadia, Andrea, le madri, i padri, i fratelli e le sorelle, i vicini, i curiosi, le amiche, i maligni, i vecchi del bar: "Nient'altro che nebbia" è un grande affresco di vita di provincia, animato da un folto gruppo di personaggi che escono dalle sue pagine con i tratti inconfondibili dell'autenticità.


Come sapete, non sono una grandissima appassionata di libri gialli, eppure Nient'altro che nebbia è riuscito a catturare la mia attenzione grazie ai particolari della sua trama. Vi dico subito che sono stata davvero felice di lasciarmi stregare, perché la storia mi è piaciuta moltissimo e mi ha sorpresa proprio come mi aspettavo.
Il testo in sé in realtà non sono sicura che possa essere definito un giallo a tutti gli effetti. Sì, ci sono le indagini e viene descritta qualche udienza, ma in realtà non sono questi i particolari protagonisti della storia. Al centro di tutto c'è il paesino di Perzeghetto Olona, sconvolto dalla morte di Nadia, una ragazza appena diciottenne ritrovata uccisa in un lavatoio abbandonato. Quando dico che il paese è al centro della storia, intendo che tutto quanto ruota attorno ai suoi abitanti e ai loro pensieri. Le famiglie che sono incluse nella vicenda, ovvero quella di Nadia e quella del ragazzo che sostiene di averla uccisa per errore, sono costantemente travolte dalle dicerie e dai pettegolezzi. Non c'è un solo momento in cui la storia non venga interrotta dai pensieri della gente, che ricordano continuamente come ci si sente a vivere in un paese dove tutti conoscono tutti e sono pronti a giudicare senza sapere nulla. Soprattutto se, come la mamma di Andrea, il passato racchiude molte difficoltà.
La parte delle indagini non è troppo invasiva e lascia spazio più ai pensieri ed alle emozioni che al lato tecnico. Quest'ultimo viene rappresentato dall'avvocato Emilio, un personaggio che sin dall'inizio è riuscito a rapirmi il cuore. Lo ho trovato molto dolce ed incarna la volontà della slandra di mostrare l'affetto che non ha mai mostrato a sua figlia.
Nient'altro che nebbia non è soltanto la storia di un'assassinio. E' la storia di tante anime che danzano un valzer lento e triste, attendendo che il tempo faccia il suo corso e giustizi tutti. Le madri dei ragazzi coinvolti mi hanno straziato il cuore, in particolar modo la mamma di Nadia, Filippa. Lei è sicuramente il personaggio più solo in questa storia, simbolo che alcune tragedie possono far uscire in superficie egoismi che sembravano tacere.
La parte iniziale impiega un paio di capitoli per ingranare, ma il lettore in breve tempo si trova talmente sommerso da non accorgersi di arrivare alla fine del testo in men che non si dica. Complici di questa velocità sono la trama dolce, triste ed appassionante e la scrittura dell'autrice, che mi ha sorpresa mettendo in piedi una narrazione pulita e spedita che si alterna ad articoli di giornale.
Il finale lascia in bocca quel pizzico di dolceamaro che valorizza storie di questo tipo e le fa rimanere impresse nella mente di chi legge.
Patrizia Emilitri è riuscita a farmi ricredere sul suo conto ed ora sono davvero curiosa di scoprire altri suoi libri, visto che mi ero fermata a La carezza leggera delle Primule.


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