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mercoledì 22 settembre 2021

Recensione: 'Elbrus' di Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa

Buongiorno lettori! Finalmente riesco a parlarvi dell'unico libro letto ad Agosto. Si tratta di un fantascientifico, scritto a quattro mani da due autori italiani!


Titolo: Elbrus
Autori: Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa
Pagine: 313
Prezzo: € 16,00
Editore: Armando Curcio Editore

TramaAnno Domini 2113. La Terra è al collasso. I cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globale hanno determinato nuovi equilibri geopolitici. Il sovrappopolamento e le migrazioni di massa verso i paesi "non più freddi" sono parte di un problema più esteso: l'imminente scarsità di risorse che permettano il sostentamento del genere umano nel prossimo futuro. L'esplorazione spaziale ha fallito nel suo obiettivo fondamentale, la fondazione di colonie autosufficienti dove l'Uomo del futuro potesse emanciparsi. Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana. Ma la soluzione è dietro l'angolo e viene da un altro sistema solare, dalle cui profondità siderali, decine di anni più tardi, un messaggio risveglierà il Viaggiatore e con lui tutti i suoi simili.




In un futuro (non molto) lontano gli uomini tentano di cercare un metodo per viaggiare nello spazio e colonizzare nuovi mondi. Per farlo vanno contro ogni legge umana, nascondendo segreti e sotterfugi che sarebbero in grado di sconvolgere anche gli animi più oscuri.
E' da qui che parte la trama di Elbrus, un libro che mescola tantissime tematiche importanti tra le sue pagine. Non soltanto fantascienza e nuovissime tecnologie, ma anche la paura per un mondo sprecato, la voglia di invitare il lettore a proteggere la propria terra e i suoi abitanti. Elemento fondante di questo libro è il rispetto: gli autori puntano molto sul voler trasmettere al loro pubblico l'importanza di rispettare il prossimo e le diversità.
I protagonisti sono molti, così come i punti di vista che si alternano ciclicamente. Il personaggio più interessante a mio parere è David, un uomo diviso tra la paura di stravolgere la sua vita e il terrore di rimanere fermo per sempre sullo stesso punto. Si tratta di un personaggio complesso, a tratti contorto, che mostra i due lati principali dell'animo umano: da una parte la bontà dall'altra l'oscurità assoluta. Lo ho amato perché nonostante tutto riesce a riscattare il suo animo e a dimostrare al lettore quale è la sua vera essenza. Avrei però preferito avere maggiori notizie su Claire, la donna che lo accompagna per parte della storia e che ad un tratto lascia la scena senza dare più sue notizie.
Oltre a David, la storia viene narrata dal punto di vista di un giornalista irriverente e estremamente buffo (che è stato in grado di strapparmi diverse risate), altri scenziati di vario tipo ed anche due alieni: Mark ed Eras. Questi aggiungono al libro il pepe necessario a portare avanti la storia: su di loro, infatti, si basa tutto ciò che accade nel corso delle pagine, anche se in realtà la loro presenza è molto limitata.
I punti di vista si alternano tra la Terra, lo spazio ed un pianeta che si impara a conoscere nel corso della lettura. Le ambientazioni si mescolano continuamente tra flashback, racconti e scene al presente.
Elbrus è un libro interessante, ma abbastanza complesso. Lo stile narrativo dei due autori è piuttosto lento e molto (forse troppo in alcuni punti) descrittivo. A volte un concetto viene ripetuto ancora e ancora, fino a che non si arriva ad averne abbastanza. Diciamo che alcune parti potevano a mio parere essere alleggerite senza nuocere a volume.
Nel complesso, però, la trama è intrigante e il finale dolceamaro, in particolar modo, mi ha sorpresa.

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