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venerdì 1 ottobre 2021

Recensione: 'Qualcosa di magico' di Elena Genero Santoro

 Buongiorno lettori e bentornati nel blog! Come potete notare sto lentamente riprendendo il ritmo di lettura, anche se non ancora del tutto. Sto infatti ancora lavorando alla tesi e non vedo l'ora di concludere anche quella e mettere un punto alla mia carriera universitaria. Non fraintendetemi: sono felice del percorso fatto in questi due anni di magistrale, ma inizio ad essere stanca di correre ed ho bisogno di fermarmi un po'.

Nei giorni passati sono riuscita a concludere l'ultimo libro di Elena Genero Santoro, autrice che avete visto ormai mille volte nel mio blog e che riesce sempre a sorprendermi!


Titolo: Qualcosa di magico
Autore: Elena Genero Santoro
Pagine: 230
Prezzo: € 15,00
Editore: PubMe Policromia

TramaÈ estate. Nella casa al mare di Futura e Patrick si alterna una girandola di ospiti: Mac, attore di Hollywood, alle prese con una commedia romantica e con una collega giovane e capricciosa; Hannah, che sogna di trovare l'amore con Marguerite; Viola, che ha un rapporto controverso con il cibo; Manuela, decisa a organizzare un matrimonio faraonico. Intanto Futura cerca di superare la morte del padre, ma Patrick dovrà riconoscere che Claire riesce ad aiutarla meglio di lui. La soluzione di tutti i problemi sarà nascosta nelle piccole gioie e nei dettagli in apparenza insignificanti che però si rivelano decisivi. Un romanzo che è un inno alla guarigione dell'anima.





ATTENZIONE, siccome questa recensione riguarda un libro interno ad una serie molto lunga è probabile che involontariamente possa essere presente qualche spoiler.

Da dove partire per parlare di questo libro? Forse dovrei cominciare semplicemente dicendo che ormai ogni volta che mi tuffo in un libro di Elena Genero Santoro mi sento a casa. I suoi libri, la storia di Patrick, Futura e tutti gli atri personaggi mi trattengono sempre in un caldo abbraccio e non riesco a staccarmi dalla lettura. Anche questa volta è andata esattamente così e sul finale ho sentito come un formicolio al petto: il segnale che questa storia mi mancherà parecchio finché non avrò tra le mani il suo seguito.
Elena aggiunge in ogni volume dettagli nuovi ed entusiasmanti, toccando sempre tematiche nuove e profonde senza farle mai apparire scontate o trattate in modo superficiale. In Qualcosa di magico si inserisce con forza un subdolo partecipante: il disturbo alimentare. Ad incarnare questa malattia è Viola, una ragazza che da un lato fa venire il nervoso al lettore, ma dall'altro gli fa estremamente tenerezza. Più volte sarei voluta entrare nelle pagine per scuoterla, dirle che tutto quello che stava facendo rischiava di portarla alla deriva, in una condizione dove è impossibile tornare indietro.
Anche la sessualità è molto presente in questo volume della saga e in particolar modo si presenta sotto la forma di impulsi adolescenziali, rivolti sia al genere opposto che allo stesso genere del corteggiatore. 
Protagonisti indiscussi del volume sono però sempre Futura e Patrick. La prima si trova in uno stato emotivo molto precario dopo aver vissuto la terribile perdita del padre ed incarna la difficoltà dell'elaborazione del lutto. Futura è l'emblema di quelle persone che per piangere si allontanano da tutto e da tutti, addirittura dai propri affetti più cari. Per gran parte del libro, infatti, il rapporto tra i due sposi è frammentato, turbolento e il lettore soffre insieme alla coppia nella speranza di vederli riappacificati.
Come sempre è impossibile non provare empatia per ogni singola persona che passa all'interno delle pagine scritte da Elena, sia pure una semplice comparsa. Complice è sicuramente la sua abilità nel caratterizzare ogni singolo personaggio senza lasciare nulla al caso, accompagnata dalla sua capacità di narrare anche le situazioni più drammatiche con uno stile semplice, traboccante passione ed in grado di trasmettere tante cose al lettore senza però farlo mai sentire male o a disagio.
Qualcosa di magico chiude delle porte e ne apre altre, lasciando sul finale dei colpi di scena che lasciano di stucco il lettore. Forse per la prima volta, l'autrice lascia volontariamente incomplete delle parti per far si che il lettore aspetti con trepidante curiosità il volume successivo.

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