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venerdì 10 luglio 2020

Blogtour: 'Guarda oltre ciò che vedi' di Emanuela A. Imineo | La nascita dei tarocchi

Buongiorno amici! Torno ancora una volta qui da voi per parlare del manuale di Emanuela riguardante i tarocchi e la divinazione. Nello specifico, oggi il mio compito è quello di indirizzarvi verso la storia della nascita di questi mazzi divinatori. Le informazioni che trovare in questo post sono tratte dall'introduzione di Oltre ciò che vedi, alla quale ho aggiunto su indirizzo di Emanuela altre informazioni derivate da varie ricerche.

"LASCIATI CONDURRE PER MANO VERSO IL FUTURO.
I TAROCCHI POSSONO INDICARTI LA VIA."

I tarocchi compaiono (e si sostiene che il creatore sia il dio egiziano Thot) per la prima volta attorno al 1370 nella società egizia, dove vengono indicati come un mazzo da gioco di settantotto carte. Lo stesso numero permane oggi ed ogni carta viene completata da un'immagine completa che è in grado di rapportarsi con tutte  le altre. La testimonianza di quanto ho appena scritto ci viene data dal trattato Tractatus de moribus e disciplinae umanae conversationis di Jhoannes von Rheinfelden.
In Italia i tarocchi approdano attorno al 1379-1400 e questa datazione ci è possibile grazie alla testimonianza e cronaca di Konrad Schlatter, confessore e poi priore del chiostro di Santa Maria Magdalena. In Italia furono creati diversi mazzi e si sostiene che le carte più antiche siano quelle dipinte a mano per i Visconti e per gli Sforza (il mazzo più antico è Visconti di Mondrone, attualmente conservato nella Biblioteca dell'Università di Yale). Il più diffuso tra i mazzi italiani è il cosiddetto Mazzo di Marsiglia.
Fino al 1700 i tarocchi vengono collegati all'occultismo e al gioco. Soltanto nel decennio successivo al 1770, con Court De Gèbelin, c'è un vero e proprio studio dei tarocchi che porta ad associarli al simbolismo egizio. Lo studioso descrive come  gli antichi egizi usassero i tarocchi per processi di cartomanzia che vengono inclusi nella fascia della predizione del futuro attraverso magia buona. Le stesse idee vengono riprese un secolo dopo da Eliphas Levi che nel suo trattato Il dogma dell'alta magia indica i tarocchi come fonte primaria della dottrina magica. 
Nel 1989 Oswald Wirth, un grande occultista, pubblica in copia limitata una serie di ventidue trionfi definiti Arcani Maggiori, mentre in tempi moderni Aleister Croweley ha pubblicato un trattato dedicato interamente all'interpretazione dei tarocchi: Il libro di Thot. In questo libro ogni carta viene analizzata in quanto ricca di simboli. A partire da essi, l'uomo può intraprendere il suo viaggio di divinazione. L'autore valorizza l'emotività, l'energia, la visione magica e l'espressività presenti in ogni simbolo. 
Nel corso degli anni l'arte dei tarocchi non ha perso il suo significato: la sua funzione rimane sempre collegata al mistero, al risveglio dell'anima verso l'avvicinamento a realtà superiori.

Spero che questo approfondimento vi sia piaciuto ed abbia stimolato la vostra curiosità.
Non dimenticate la tappa di domani, dedicata agli arcani minori. La troverete nel blog

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