Chi sono?


io Mi chiamo Ilenia e sono una ragazza umbra estremamente curiosa, amante degli animali, della natura, delle scienze, del cibo, dei giochi da tavola/videogiochi e dei libri. Amo leggerli, viverli e respirarli. Non ho un genere preferito ed ho sempre pensato che cercare di abbracciare la lettura nel suo insieme sia un enorme pregio. Ammetto, però, di avere qualche difficoltà con alcuni generi, come gli erotici, gli storici e i gialli (che leggo più raramente rispetto agli altri). In questo blog scrivo della mia passione librosa, con recensioni e rubriche. Che altro posso dirvi di me? Sono laureata in Lingue e culture straniere e in Scienze socioantropologiche per l'integrazione e la sicurezza sociale. Non so ancora come sarà il mio futuro, ma sono molto determinata a scoprirlo. Ho la sfortuna nel sangue, ma cerco di sorridere alla vita!
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venerdì 20 novembre 2020

'I racconti del Regno' torna il libreria | Intervista all'autore

Buongiorno amici lettori! Oggi sono molto contenta di annunciare un grande ritorno, I racconti del Regno! Ben cinque anni fa avevo letto con molto piacere I confini di Trisa, primo volume della serie e sono stata davvero felicissima quando l'autore mi ha informata dell'uscita dei due seguiti. Attualmente ho in lettura il secondo volume, che ho quasi finito e mi sta piacendo molto.
Siccome questo ritorno è passato un po' in sordina, ho deciso di dedicare a Cristiano Ciardi un po' di spazio qui nel mio blog. Di seguito vi lascio le copertine dei tre libri, la trama del primo e l'intervista che ho fatto all'autore! Pronti a scoprire il suo mondo? 

Trama:
La storia ruota intorno al personaggio principale, Efero, un soldato scelto tra gli altri per guidare il popolo, un prescelto per destino e capacità e da tutti riconosciuto come tale. Il romanzo narra dell’intreccio tra il percorso interiore di Efero e ciò che accade nel Regno, in un tempo di mutamenti oscuri, che porteranno il protagonista a prendere decisioni scomode, talora impopolari, e ad affrontare l’insidia di uomini potenti, determinati a sottomettere il popolo con la paura e il pregiudizio. 
Nel suo viaggio incontrerà personaggi che faranno scelte e compiranno azioni, adeguandosi agli eventi o contrastandoli, fino a trovare in lui o un esempio da seguire o un nemico da abbattere. In questa crisi profonda, che mette in luce la vulnerabilità del Regno e degli stessi uomini, cruciale sarà il ruolo di altre creature, fiere feroci dotate di straordinaria intelligenza e socialità, che con la loro presenza porteranno scompiglio nelle scelte, dubbi di coscienza, ma anche una rinnovata saggezza. "I Confini di Trisa" è un romanzo sui dubbi delle persone umili e sull'arroganza del potere, dove è il legame tra la natura e le emozioni a rendere veri gli esseri umani e tenaci le loro azioni.

INTERVISTA ALL'AUTORE
*scorri la sezione mobile per leggere tutte le risposte!*

Ciao Cristiano! Benvenuto (anzi, bentornato) su Libri di Cristallo! Finalmente la serie de I racconti del Regno è tornata in libreria, quindi oggi vorrei farti qualche domanda sia per permettere ai lettori di conoscerti meglio, sia per permettergli di conoscere meglio la tua trilogia. Innanzitutto ti faccio la classica domanda di routine: quando è nata la tua passione per la scrittura? Ci sono degli autori o dei libri ai quali sei particolarmente legato?

Ti ringrazio in primo luogo per l'attenzione che mi dedichi. La passione per la scrittura nasce dal desiderio di descrivere il mio mondo immaginario e di raccontare la storia nata dentro di me...dal desiderio di trasmettere emozioni, di comunicare e...di evadere dalla realtà. Molti anni fa...credo fosse il 1993...scrivevo poche pagine di una storia di fantasia, e disegnavo mappe, senza un vero obbiettivo. Poi lasciai tutto in una cassapanca, impegnato dall'esigenza di studiare e lavorare per costruirmi una vita reale. Dopo molti anni, una sera qualsiasi, scosso da una riflessione sul genere umano e sulla sua arroganza, mi ricordai di quei brevi racconti: mi alzai dal divano, aprii la cassapanca e li rilessi, stupendomi di quanto fossero “ispirati” dalla medesima riflessione sulla natura umana. Guardando la mappa, ben conservata, mi stupii di quanto fosse bella! Erano passati quasi vent'anni ma l'emozione era ancora viva. Cominciai a pensare se fosse possibile usare quelle pagine come base per una storia complessa. La sera successiva disegnai una mappa che poi divenne la mappa ufficiale riportata sul sito e sui testi, poi costruii una trama generale...sempre più particolareggiata mano mano che procedevo. Con l'aiuto di quella che diventò la mia editor, Elena Rapisardi, e di un mio vecchio amico appassionato di fantasy, Francesco, nei mesi successivi riuscii a buttare giù la storia, seriamente. E poi è nato tutto il resto...Fu in quei primi due anni che mi accorsi di avere una passione per la scrittura. Con la scrittura inventi ogni cosa....paesaggi, emozioni, stati d'animo....e i personaggi prendono forma autonoma! Mantieni comunque il controllo degli eventi, ma i personaggi si plasmano scrivendo. Molte volte, in questi anni, mi sono trovato a scrivere cose che non avevo progettato...ed è questo il bello della scrittura! Scrivi senza pensare e crei!

Il mio autore preferito è Steinbek per la sua capacità di condensare in poche righe un personaggio, un ambiente, un mondo intero. E ...London...che ha uno stile unico. Per il fantasy devo menzionare sicuramente Ursula Le Guin e Tolkien, con cui ho un legame molto particolare. Precisazione doverosa: sono appassionato in modo viscerale al Silmarillion, amo soprattutto “quel” Tolkien (chi conosce i suoi scritti, capisce di cosa parlo...).

Quanto tempo hai impiegato per la realizzazione completa di tutto lo scenario e per la rappresentazione precisa sulle mappe? Ci sono dei luoghi reali o delle ambientazioni fantasiose a cui ti sei ispirato?

Quanto tempo? TANTO. Per il primo libro mi ci sono voluti 4 anni per la stesura definitiva. Per i due successivi, sette. Del resto io scrivo la sera dopo il lavoro e gli impegni di famiglia, e trovare la concentrazione, la calma, l'ispirazione...non è semplice. La trama generale è stata scritta quasi subito a grandi linee. La progressione dei capitoli ha avuto invece un parto lungo, soprattutto per il secondo e terzo vol. Il primo vol. è stato un libro scritto più “di getto”, senza difficoltà nella progressione dei capitoli. I successivi volumi invece sono stati un vero calvario. Dovevo alternare eventi e personaggi che si “muovevano” in diversi luoghi, distanti tra loro, cercare di non creare troppi salti temporali che rischiavano di disorientare il lettore...raccontare storie diverse senza far perdere la tensione emotiva....insomma, è stato difficile! I commenti dei lettori mi sapranno dire se la fatica è stata vana.

Per le mappe, direi che è stata la parte più facile. Posso disegnare una mappa in una sera. Mi piace tantissimo, mi viene naturale e, disegnando, mi vengono in mente spunti di storia, sviluppi inattesi. Disegnare un mondo è bellissimo!

Dopo aver pubblicato I confini di Trisa sei rimasto silente per molti anni. C’è un motivo preciso? Cosa ti ha spinto a pubblicare insieme il secondo ed il terzo volume dopo un tempo così lungo?

Sì, come dicevo c'è voluto molto. A dire al verità non è dipeso dalla mancanza di desiderio da parte mia. Ho avuto lutti familiari che non hanno aiutato. Ma non ho mollato. Il desiderio di dare un seguito al primo è sempre stato vivo, come il desiderio di soddisfare i lettori che lo chiedevano...e, in primis, il desiderio di non tradire i miei Efero, Muirin, Edola, Eudon...etc. Sembrerà strano, ma sentivo di tradirli non scrivendo. Io stesso ero curioso di scoprire la loro evoluzione, perché, come ho detto nella prima risposta, i personaggi mutano, guidano la storia verso una direzione, con sfumature proprie, e a me piace essere, in parte, guidato da loro. Magari è un errore da principiante...ma per me “scrivere” è questo.

I due volumi sono usciti insieme perché li ho scritti l'uno di seguito all'altro, seguendo il filo della storia, senza interruzione. Mi è venuto naturale effettuare la correzione finale e l'uscita dei due volumi nello stesso momento.

Quale dei tre volumi è stato più difficile scrivere?

Sicuramente il secondo. Dovevo cambiare molto rispetto al primo volume, soprattutto lo schema di narrazione, per far si che i personaggi avessero ognuno un suo ruolo definito e attivo nella trama. E' stato difficile. Il terzo è stato uno scatto verso il finale: è stato più rapido nella stesura, più fluido. 

Puoi raccontarci un po’ la tua esperienza con l’autopubblicazione? La consiglieresti agli aspiranti scrittori che hanno un libro nel cassetto?

L'autopubblicazione attualmente a mio parere è il modo migliore per uno scrittore principiante di pubblicare un testo ben impaginato e distribuito ovunque. E' gratuito e lo scrittore è allo stesso tempo editore di se stesso, quindi decide tutto: copertina, formato, carattere etc... Di sicuro essere pubblicati da una casa editrice è il sogno di tutti, ma siamo in tanti a scrivere e le case ed., immagino, non hanno nemmeno il tempo di leggere ciò che mandi. C'è il rischio, se non la certezza, di aspettare mesi, o anni, per ricevere solo rifiuti. Inoltre l'autopubblicazione non esclude una eventuale pubblicazione editoriale classica. Quindi perché aspettare? E poi, si scrive per essere letti, almeno per ciò che mi riguarda. Che senso ha scrivere anni e, se ci è permesso gratuitamente, rinunciare a sapere cosa pensano gli amici , i parenti...gli sconosciuti di ciò che hai scritto; scoprire se si emozionano, se quello che volevi dire è stato percepito o al contrario, scoprire come ogni lettore percepisce certe cose e non altre. E' bellissimo e stimolante ricevere commenti, critiche, complimenti. Dopo tutti questi anni, pubblicare per me ha proprio questo senso: sapere cosa pensa e prova il lettore.

Cosa diresti ad un lettore per convincerlo a darti fiducia e leggere la tua serie?

Che sono libri scritti con il desiderio di cercare nell'uomo un po' di speranza, di riscoprire in lui quelle capacità che lo allontanino dall'arroganza e dal desiderio di dominio...dalla sua tendenza a dimenticare... Gli direi che non è un “fantasy”  classico,  non rispetta i canoni del genere a cui appartiene e in cui la descrizione dei sentimenti ha lo stesso peso degli avvenimenti descritti.

Trattandosi di una prima trilogia, ci sarà un seguito diretto o scriverai altri libri ambientati nello stesso mondo, ma con personaggi differenti?

Ci sarà un seguito con gli stessi personaggi. Non vedo l'ora di scriverlo, visto che ce l'ho in testa da anni!

Grazie per avermi dedicato un po’ del tuo tempo! Se vuoi, saluta i nostri lettori lasciando una citazione tratta da uno dei tuoi libri.

Quella notte d'inverno la luna era nera e il buio denso spremeva splendore nelle stelle. Steso sopra le teste degli uomini il firmamento era talmente terso da sembrar cosa tangibile: luminoso decoro della terra durante la notte. Un paesaggio che spesso genera sensazioni confuse nel cuore degli uomini: l'illusione che tutto sia concepito allo scopo di allietarli, che la terra sia il centro di tutto quel luccicare e l'uomo l'unico essere degno di questo dono. Pensieri meschini che trovano posto soprattutto in coloro che considerano se stessi meritevoli di ogni meraviglia.”



«La scrittura è per me un modo per rallentare, per vivere, attraverso i propri personaggi, epoche diverse, tempi in cui la vita era scandita dalle intemperanze della natura, tempi in cui l’uomo ancora non era un estraneo nel mondo. »
(Cristiano Ciardi)


Spero che questa intervista vi sia piaciuta e che la serie vi incuriosisca.
Io ve la consiglio davvero molto!

lunedì 17 agosto 2020

Intervista a Serena Brancatello

Buongiorno amici! Oggi è un giorno moooolto particolare, perché finalmente nel blog torna una nuova intervista. Era tantissimo tempo che non vi proponevo un post di questo tipo e sono felice di aver ripreso con Serena come ospite. Di seguito vi lascio l'intervista e poi tutti i canali in cui potrete trovare questa simpaticissima autrice! Ho deciso di creare qualcosa di diverso dalle solite interviste che le sono state proposte dall'uscita di Emozionanti, creando un intreccio tra le sue due opere (totalmente diverse tra loro) e la sua vita.

*per leggere l'intera intervista, dovete scorrere la sezione mobile dove ci sono le domande*
1- Ciao Serena! Benvenuta su Libri di cristallo. Per prima cosa ti va di presentarti brevemente e raccontarci quando/come hai iniziato a coltivare la passione per la scrittura?
Ciao Ilenia e ciao a tutti! Sono una lettrice palermitana che aspira a diventare un’autrice. Credo che la mia passione per la scrittura ci sia sempre stata. Infatti fin dalle scuole elementari, riempivo pagine e pagine di diari segreti, a volte scrivendo di fatti mai avvenuti e di persone mai esistite. Forse detta così mi fa sembrare un po’ fuori di testa. A ogni modo, qualche tempo dopo essere diventata una lettrice, la passione ha cominciato a evolversi, fino a sfociare nella scrittura di poesie e testi di dubbia utilità.
2- Ci sono dei libri o degli autori ai quali ti ispiri?
Ispirarmi non proprio, però sicuramente gli autori che leggo maggiormente influenzano inconsapevolmente il mio modo di scrivere ed elaborare le storie. Tra i miei preferiti ci sono Cassandra Clare, Rick Riordan, Tana French, Agatha Chrisite, Joanne Bonny e Robert Bryndza.
3- La tua scrittura si è rivelata subito molto versatile: dalle poesie sei passata ad un libro fantasy. Ti va di raccontarci se Portami con te ed Emozionanti sono nati insieme o in momenti diversi della tua vita?
Certo! Lacrime e Cenere è nato molto prima rispetto Portami con te. Ho portato in grembo (passami il termine) il fantasy per almeno due anni, durante i quali è stato modificato diverse volte, camminando di pari passo al mio cambiamento da lettrice. Diciamo che siamo cresciuti insieme. La raccolta di poesie è nata in questo arco di tempo e non era prevista. In seguito alla morte di mio nonno, ho come sentito la necessità di incanalare le mie emozioni in qualche modo e la scrittura è stata la mia valvola di sfogo.
4- Cosa ti ha spinto a scrivere un libro di poesie in un momento come questo, dove la poesia viene spesso (erroneamente) messa da parte?
Non ho riflettuto molto su questa difficoltà prima di pubblicare. In quel momento era ciò che avevo bisogno di fare e l’ho fatto. Si può dire che Portami con te sia stata più una pubblicazione istintiva, mentre quella di Lacrime e Cenere più ponderata, riflessiva.
5- Credi che Emozionanti sia in grado di distinguersi dagli altri fantasy? Come?
Credo di sì perché non mi è ancora capitato di leggere qualcosa di simile. Non dal punto di vista di qualità di scrittura (sono solo all’inizio e ho tanto da imparare e maturare), ma per via del tipo di individuo che si trova all’interno del romanzo. Queste maschere che si cibano delle emozioni altrui, che in un certo senso ricordano molto quello che succede nella nostra realtà.
6- Quale dei due volumi hai trovato più difficoltoso scrivere? E perché?
Sicuramente il fantasy. Per le poesie mi sono limitata ad ascoltare il mio cuore e a tradurre in parole le emozioni che provavo in un determinato momento. Gli Emozionanti sono stati più difficili da gestire. Diversi personaggi, diversi caratteri, ritmo della storia, possibili incongruenze. Insomma, in un romanzo fantasy ci sono tante cose su cui lavorare.
7- Le emozioni sono sempre al primo posto nelle tue opere, sai dirci quale emozione credi ti rappresenti di più?
Non so come definirla bene, ma quella che spicca maggiormente è il senso di giustizia che spesso può essere erroneamente scambiata per rabbia. Dentro di me avverto questo fuoco che preme per uscire e non è sempre facile gestire le fiamme. Il mio spirito da guerriera, c’è poco da fare.
8- E da quale, invece, ti senti particolarmente lontana?
Dalla calma, riesco raramente a essere diplomatica.
9- Se dovessi convincere qualcuno a leggere Portami con te, cosa gli diresti?
Portami con te è adatto a tutti coloro che si sentono soli o diversi perché provano certe emozioni. A chi ha bisogno di guarigione, ma anche di incoraggiamento.
10- Stessa domanda per Emozionanti.
Lacrime e Cenere, lo consiglierei a tutti i guerrieri che riescono a vedere cosa c’è dietro la maschera e lottano per mantenere viva la verità delle emozioni. A chi ha voglia di vivere un’avventura diversa dal solito e di innamorarsi di personaggi con un bel caratterino. A chi, nonostante le cadute, non si arrende mai.
11- Se dovessi selezionare una sola poesia presa da Portami con te, quale sceglieresti?
Sceglierei “Egoismo”, è quella dedicata a mio nonno e colei che ha sbloccato il mio cuore dando inizio a tutto.
12- E se dovessi salvare una sola fazione, tra Emozionanti o Maschere, quale salveresti?
Nonostante i cattivi abbiano un ascendente su di me, salverei gli Emozionanti perché sono troppo importanti per la salvezza delle anime umane. Se un uomo non ha più un briciolo di emozione dentro, può ancora definirsi un essere umano?
13- Oltre che autrice, sei anche blogger e lettrice. Riesci facilmente a gestire tutti i tuoi interessi? Hai qualche consiglio per chi, come te, vorrebbe intraprendere una di (o tutte) queste strade?
Gestire tutto non è per niente facile. Ammetto che mi capita di sentirmi un tantino esaurita a volte. Non ce ne rendiamo conto, ma la pressione a cui ci sottoponiamo non è indifferente. Quando sono in totale fase creativa, la lettura e il blog/Instagram ne risentono, ma ho ben poco da fare. Devo mantenere lo sguardo fisso sulla meta, altrimenti non arriverò mai.
Il consiglio che mi sento di dare è qualcosa su cui ho riflettuto anche io proprio in questi giorni: Fermati, respira e ricordati che Instagram e il blog sono nati da una passione, cercando la perfezione che possa attirare case editrici o seguaci, rischi di sminuirla e di perdere l’amore per quello che fai.
Per quanto riguarda la scrittura, consiglio di mettere da parte le proprie insicurezze e provarci, provarci e provare ancora. Anche se è appagante, non è un lavoro semplice che si limita alla prima stesura. Infine consiglio agli aspiranti scrittori come me, di leggere, leggere e leggere. Personalmente non mi fido degli autori che in primis non sono dei lettori. Sono come dei cantanti che si esibiscono senza aver mai studiato. Possono avere il talento o la predisposizione, ma ci sarà sempre qualcosa che manca e il pubblico intelligente se ne accorgerà. Attraverso la lettura si può imparare come descrivere scene, mondi, emozioni o come caratterizzare i personaggi, per esempio.
Ti ringrazio per aver accettato questa breve intervista e ti saluto calorosamente. Spero che le ultime domande non siano state troppo cattive eheheheheh Se vuoi, saluta i tuoi lettori lasciando loro un pensiero, una citazione tratta dai tuoi testi, ciò che preferisci!
Sono io che ringrazio te per questo spazio e coloro che leggeranno questa intervista. Mi spiace, credo di essermi dilungata un po’, ma le tue erano davvero delle belle domande. Grazie ancora e ricordatevi, cari miei aspiranti Emozionanti, che:
È tempo aprire gli occhi.
È tempo di scoprire la verità.
È tempo di scegliere.





DOVE TROVARE SERENA?







Spero che questa intervista vi sia piaciuta. 
Non esitate a fare altre domande se avete delle curiosità
e fatemi sapere se avete letto o leggerete i suoi libri!

martedì 1 agosto 2017

Blogtour: 'Nonostante il destino' di Angela Iezzi | Tappa #4: intervista all'autrice

Buongiorno lettori! Anche oggi ho un post davvero speciale da condividere con voi! Si tratta della tappa di un tour dedicato ad Angela Iezzi, autrice promettente di cui avevo letto e recensito positivamente il primo libro ('Gli effetti speciali dell'amore')
In questo tour impareremo insieme a conoscere il nuovo libro di Angela e moltissime curiosità che lo riguardano! Per la mia tappa ho avuto l'onore di poter intervistare l'autrice, con la quale ho anche un rapporto di grande stima. Qui di seguito trovate le mie domande e tutte le sue interessantissime risposte!

-Carissima Angela, benvenuta nel mio blog! Sono molto felice di ospitarti qui, dopo aver letto e recensito in modo molto entusiasta il tuo primo libro. E’ un vero piacere per me poterti intervistare!
Ciao Ilenia, il piacere è tutto mio, credimi, e grazie per la tua ospitalità. Innanzitutto, ti ringrazio per avermi regalato una delle più belle recensioni a “Gli effetti speciali dell’amore”, una di quelle che mi è rimasta nel cuore. Per chi scrive, o scribacchia come me, il parere del lettore è la prova del nove: da quello si capisce se il proprio intento narrativo è arrivato alla meta oppure no. Leggendo il tuo, ho tirato un respiro di sollievo ;)

-Direi di partire dalla classica domanda, la più scontata, ma anche una delle più interessanti: come è nata la tua passione per la scrittura?
Ho cominciato a scrivere ai tempi dell’università. Quel periodo è stato particolarmente intenso per me, ha richiesto molte delle mie energie, oltre ad avermi regalato tanto. Non essendo io una persona particolarmente sportiva, ho trovato il modo giusto per allentare la tensione e deviare la mente su pensieri più rilassanti. Insomma, c’è chi corre… io scrivo :P

-Ci sono degli autori che hanno influenzato la tua penna e che ti hanno particolarmente avvicinata al romance?
Il romance è stata una scelta naturale. Sono sempre stata una sognatrice e le storie d’amore mi sono sempre piaciute, le sceglievo nei libri che leggevo, nei film che guardavo. Da piccola non leggevo tantissimo, poi mi sono imbattuta nel libro che ha cambiato la mia idea di lettura, l’intramontabile “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen. L’ho amato alla follia. Da lì ho cominciato a ricercare libri simili da poter divorare e mi sembrava di non averne mai abbastanza. Su questa strada ho incontrato i romanzi di Anna Premoli e Cassandra Rocca, solo per fare due nomi di italianissime e brillanti autrici che io seguo assiduamente, ma mi fermo qui, altrimenti non so quanto spazio richiederebbe tutto l’elenco.

-Con questo tour puntiamo a conoscere i personaggi del tuo nuovo libro, quindi ti chiedo: ne ‘Gli effetti speciali dell’amore’ avevi creato una storia fresca ed elettrizzante, con dei personaggi particolari. Ricordiamo tutti come la protagonista abbia suscitato i più diversi sentimenti nei vari lettori. Credi di essere riuscita a creare dei personaggi così interessanti anche in questa tua nuova opera?
Lo spero. Non sono mai sicura di nulla. Ashley è stata una scommessa, non la solita protagonista allegra e altruista, ma piuttosto una ragazza testarda, viziata e a volte anche irritante, ma dal cuore buono. Durante la sua storia ha avuto modo di crescere e capire in cosa stava sbagliando. Cerco sempre di creare personaggi imperfetti, come tutti noi, che abbiano dei lati buoni e dei lati fallibili. Anche Gillian è così, di certo più altruista e ingenua di Ashley, ugualmente ostinata e con il suo percorso di crescita davanti che dovrà fare per arrivare a conquistare la sua felicità. Jared, al contrario di Jaime, è stato un coprotagonista più problematico, meno paziente, all’inizio anche ostile, ma l’amore, si sa, è capace di sfondare anche quei muri che costruiamo intorno a noi. Questa volta ho voluto mettere, al fianco della protagonista, personaggi secondari un po’ particolari, forse anche un po’ troppo ingombranti a volte, ma dei quali spero che vi innamorerete.

-Tra tutti, qual é il personaggio presente in ‘Nonostante il destino’ a cui ti senti più vicina?
Quello a cui mi sento più vicina?… Domanda difficile, posso dirti qual è il mio personaggio preferito, però. Senza dubbio Ernest :P

-Ci sono dei personaggi che invece senti lontanissimi da te? Se sì, perché?
Lontanissimi no. Cerco di scrivere di cose che conosco, di costruire i miei personaggi secondo schemi che posso comprendere. Mi piace entrare nei loro panni, è un po’ come indossare le vesti da sociologa e studiare il comportamento altrui alla ricerca dei moventi che spingono le persone ad agire. Non sempre i loro pensieri e le loro scelte sono i miei, anzi, il più delle volte la storia prende una piega molto diversa da quella che avevo programmato all’inizio, ma è questo il bello del gioco. I miei personaggi diventano un po’ più reali nella mia mente ed esigono la loro individualità (i soliti testoni), ma non si allontanano mai troppo.

-Dopo i risultati raggiunti con il tuo primo libro, quali aspettative hai per ‘Nonostante il destino’?
I risultati raggiunti con “Gli effetti speciali dell’amore” sono tutto merito delle lettrici e dei lettori che hanno voluto dare una chance a una scribacchina del tutto inesperta come me. La vittoria del concorso ilmioesordio2015 mi ha colta del tutto impreparata e non lo dico per falsa modestia. La verità è che fino a un paio di anni fa io scrivevo le mie storie solo per me. Ora non più. Ora ho imparato, grazie al lavoro di editing e ai commenti ricevuti, ad ambientare le mie storie, a non lasciare nulla al caso, a prestare una maggiore attenzione anche al contorno, perché chi legge non vuole solo scoprire come si evolve la storia d’amore, ma conoscere le persone che ruotano intorno ai protagonisti, i luoghi dove sono ambientati i fatti narrati e tutti i dettagli che si possono intuire tra una riga e l’altra. Mi sono ripromessa di fare sempre meglio e mi auguro, col tempo, di riuscire a mantenere questa promessa. Le mie aspettative per “Nonostante il destino” non sono molto ambiziose, vorrei solo regalare a chi vorrà leggermi un paio d’ore di spensieratezza, qualche emozione e una manciata di sorrisi. Io scrivo per questo J

-Prima di lasciarci, ti chiedo di salutarci con una delle citazioni che preferisci, tratta dal tuo nuovo romanzo!
Volentieri. Per rimanere in tema leggerezza, mi affido a uno dei battibecchi tra Gil e Jared ;) Buona lettura a tutti e grazie ancora a te, Ilenia, per questo spazio e per il tempo che mi hai dedicato J

"«E questi cosa sono?», domanda indicando i bicchieri, mentre si arrende e si siede pure lui.
«Un primo segnale di una vita normale».
«Giudichi la mia vita?»
«No, la rendo normale». Lui rimane qualche secondo in silenzio, con l’aria pensierosa e lo sguardo rivolto al tavolo imbandito, poi lo solleva e mi inchioda con un’espressione mortalmente seria.
«Non andrà a finire bene, questa storia».
«Non sono il tipo che si preoccupa della fine delle storie prima ancora di cominciarle come si deve». Sento gli occhi di Jared addosso, non ha intenzione di distogliere lo sguardo e io non riesco a distogliere il mio. Lo vedo combattuto e vorrei tanto che mi dicesse cosa c’è che non va, perché non può lasciarsi andare e godersi il momento una volta tanto."
Spero tanto che l'intervista vi sia piaciuta!
Sono stata davvero felice di ospitare una tappa di questo tour!

domenica 30 luglio 2017

Blogtour: Un'antologia per la Tana | Tappa #3: intervista ad Andrea Cosentino

Buongiorno carissimi! Oggi ho un post speciale per voi, legato ad un tour organizzato da La Tana dei libri sconosciuti che ha creato un'antologia dedicata ai racconti di alcuni autori esordienti.
A questo tour è legato un giveaway molto ricco, al quale potete partecipare attraverso un evento facebook (questo qui). Qui di seguito, in ogni caso, vi ricordo tutte le regole già elencate nell'evento!

I premi:
IL 22/08/2017 VERRANNO ESTRATTI I VINCITORI DEL BLOG TOUR, ECCO I PREMI CON IL PODIO.
1 PREMIO: 2 romanzi a scelta (*)
2 PREMIO: 2 romanzi a scelta (**)
3 PREMIO: 2 e-book a scelta (***)
(*) Avrà diritto di scelta tra i sei romanzi degli autori partecipanti all'Antologia.
(**) Avrà diritto di scelta tra i quattro romanzi (avendone scelti due il primo classificato, ne rimango 4) e ne potrà scegliere due
(***) Avrà diritto agli ultimi due romanzi dei sei.

Le regole per partecipare:
1) Mettere like a La tana dei libri sconosciuti;
2) Commentare 2 tappe (a scelta) del bt.
Nell'evento verranno pubblicati man mano i link dei vari blog e voi ne dovrete scegliere due che poi commenterete (dentro il blog stesso quindi);
3) Scrivere nell'evento che state partecipando.


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Nella mia tappa, oggi condivido con voi alcune domande che ho fatto ad uno degli autori della raccolta: Andrea Cosentino. Qui di seguito trovate una breve intervista per conoscere meglio sia lui che la sua opera!

-Buongiorno Andrea e benvenuto nel mio angolino! Innanzi tutto ti faccio la classica domanda che rivolgo ad ogni autore: quando e come è nata in te la passione per la scrittura?
Posso dire che molto probabilmente è nata con me. Sono stato sin da bambino affascinato da quel foglio bianco dal quale, grazie a una sfrenata fantasia, letteralmente affioravano paesaggi, prendevano forma personaggi e comparivano parole. Essere attirati da quel candido portale, attraverso il quale si parte per un viaggio interminabile, il più avventuroso e profondo, perché scrivere ti cambia dentro e per sempre, e dove palpita un altro mondo, forse quello vero, è stato un bisogno che con gli anni è divenuto sempre più necessario. Vi ho sempre creduto, vi crederò sempre.

-Sei anche un appassionato di lettura?
Certamente. Non penso esistano scrittori, esordienti e non, a cui non piaccia leggere.
Per un periodo ho forzatamente ridotto le mia sete di libri perché, misteriosamente, essi disturbavano il mio filo, ma è stato un periodo breve.
Per elezione non sono però onnivoro, scelgo i miei libri come si scelgono gli amici, mi riferisco a quelli di carne, emergendo, tra loro, come i migliori .

- Quello che porti in questa raccolta è un genere molto forte. Sei appassionato di drammaturgia? Ci sono degli autori che hanno fatto nascere in te questa passione?
Mi sento molto a mio agio nel romanzo d’azione, con particolare cura rivolta a scolpire i caratteri  dei miei personaggi fin nei difetti più minuti, illudendomi che essi, un giorno, nella mente di chi li leggerà, possano rivivere come vivono tuttora nella mia, anche a distanza di anni.
Esseri umani, né più, né meno.
Autori ne posso contare a decine, famosi e non, ma tutti riconoscibili per una profonda umanità.
Non a caso il protagonista del mio primo romanzo, un commissario di polizia, è un godibilissimo concentrato di dubbi e domande.
Non credo negli eroi in senso stretto, credo piuttosto che, a suo modo e in questo mondo, ognuno lo sia. O nessuno.

-Il tema del tuo racconto è decisamente attuale, per quanto rappresentato attraverso uno scenario estremamente tragico. Cosa ti ha dato l’ispirazione per scrivere un racconto drammatico incentrato su questo argomento?
Al di là della cronaca o delle letture fatte il motore è stata la  profonda compassione, la voglia di cambiare pagina.
La vitale, talvolta inderogabile, necessità di credere in un finale alternativo, così lontano e improbabile da risultare quasi irraggiungibile, purtroppo il tutto già calcolato da un destino abile ingegnere di “convergenze”.
E’ la supremazia e la rivincita del nostro mondo nascosto, un omaggio ai sognatori più arditi e all'importanza di superarsi continuamente, ma soprattutto alla bellezza della vita, non rinunciando mai a viverla, come la sognò Icaro, sfidando l'impossibile.
C’è un gran bisogno di credere nel sogno oggi: abbiamo creduto di poter erigere una società di macchine con noi dentro, relegati al rango di automi o prodotto di scarto, ma abbiamo solo bisogno di una società di uomini. Centrata sugli uomini.

-C’è un messaggio di speranza che vorresti condividere con chi si ritrova in situazioni tanto drammatiche da non sapere più cosa fare della propria vita?
Si, lo spero per tutti, per me, di  vivere in questo mondo così difficile continuando a non rinunciare mai ai sogni, per quanto difficili da realizzare. E’ ciò che fa di noi degli esseri unici. La scrittura e la lettura forgiano, disciplinano e rafforzano quello che in noi è la parte migliore, nonostante le avversità. E se un giorno saremo completamente soli a un bivio, faccia a faccia col nostro destino, come il mio personaggio, dobbiamo credere che non tutto è perduto.
I nostri sogni nessuno potrà cancellarli se non noi stessi.

- Prima di salutarci, ti chiedo di condividere (se ti va) con una citazione tratta dal tuo racconto.
RingraziandoVi per la fiducia (e la pazienza) accordatami vorrei concludere con un aforisma che fa da “guardiano” al mio prossimo libro, “Il sogno di Icaro”, di cui “scambio di persona” è parte. E’ una frase di William Shakespeare:

Quanto più chiudo gli occhi, allora meglio vedono,
perché per tutto il giorno guardano cose indegne di nota;
ma quando dormo, essi nei sogni vedono te.”

Spero di avervi incuriositi e che questa intervista vi abbia permesso di conoscere meglio Andrea!
A presto e non perdetevi la prossima tappa del tour il 2/08 su Cofee, Books and Dreams!

lunedì 24 luglio 2017

Fallsofarc books party | Giorno #1: intervista all'autrice

Buongiorno lettori e buon inizio settimana! Oggi vi presento il primo dei post che ho programmato per questa mesata di assenza.
In questo periodo vedrete parecchi post di questo tipo, perché ho avuto la fortuna di intervistare diversi autori. E' una cosa che mi rende molto felice e spero tanto che anche voi sarete contenti ed interessati!
Nel post di oggi vi parlo un po' di Chiara Venturelli, autrice di  'Lezioni di seduzione' ed 'Onde di velluto', editi entrambi Centauria Edizioni. L'autrice ha deciso di organizzare questo evento in cui non soltanto vi permetterà di conoscere meglio lei e le sue opere, ma vi darà anche la possibilità di provare a vincere una copia cartacea di entrambi i libri sopra citati.
Qui di seguito, vi lascio l'intervista e successivamente potete trovare il form da compilare per partecipare al giveaway che si terrà da oggi al 30 Luglio!

Ciao Chiara e benvenuta nel mio blog! Sono molto felice di ospitare qui da me una tappa del tuo evento e, soprattutto, di poterti intervistare! 
Per prima cosa, voglio farti la classica domanda che apre ogni mia intervista: quando e come è nata in te la passione per la scrittura?
Grazie mille a te per avermi ospitata! Ho amato scrivere fin dai temi delle scuole elementari ma, al di fuori dell’ambito scolastico, ho scritto solo racconti, diari e lettere per anni. Solo quando ho scoperto efp, nel 2009, ho iniziato a completare storie, capitolo dopo capitolo.

C'è qualche autore che ha ispirato la tua penna?
Non saprei, ho sempre letto tantissimo quindi devo aver interiorizzato centinaia di stili diversi, fino a far nascere il mio, che comunque è in continuo sviluppo e miglioramento.

Se non sbaglio, prima di pubblicare con Centauria Libri scrivevi le tue storie su EFP. Come è stato abbandonare la piattaforma per entrare nel mondo intenso dell'editoria?Un salto nel vuoto, è successo tutto in fretta e mi sono resa veramente conto dei cambiamenti solo alla seconda pubblicazione.

Passando da un mondo all'altro, credi di aver cambiato in qualche modo il tuo modo di vedere la scrittura?
Tantissimo. Come prima cosa, ora non sono più abituata alla scrittura in progress, come quando pubblicavo a capitoli ma torno indietro e modifico di continuo i capitoli precedenti, perché penso alla struttura del romanzo nel suo complesso e cerco di evitare ripetizioni di scene simili o cali di climax nella narrazione.

Con 'Lezioni di seduzione' hai avuto il tuo primo grande successo, come è stato vedersi in libreria e ritrovarsi in mezzo a così tanti lettori affezionati?Un’emozione indescrivibile. Fin da quando ho visto la bozza di copertina con il mio nome e cognome sopra, non più il nickname, è cambiato tutto. I miei due mondi, reale e virtuale, si sono intersecati e tutti hanno scoperto che scrivevo da anni. Non ero più attiva sul sito ormai da tempo, ma tantissime ragazze mi hanno cercata in libreria e supportata, sono stata immensamente fortunata.
In attesa della tua nuova opera, senti di essere più legata a 'Lezioni di seduzione' oppure 'Onde di velluto'?
A entrambe per motivi diversi. Sono legata ai personaggi di Lezioni di seduzione perché, tra scritture e riscritture, li conosco dal 2010 e ormai è come se esistessero davvero. Onde di velluto, invece, è il mio primo inedito, nato fin da subito come romanzo, quindi lo ricorderò sempre con emozione e orgoglio.

Ci sono dei personaggi di entrambi i libri ai quali sei strettamente legata? Se sì, perché?I personaggi maschili, i miei dispensatori, come li chiamo da sempre. Non soltanto i principali, perché sono particolarmente affezionata a Rick di Lezioni di seduzione e vorrei scrivere qualcosa su di lui. Così come su Luca di Onde di velluto, amico della protagonista.
Al contrario, ce ne sono alcuni ai quali non sei riuscita ad affezionarti?
In realtà no, anche i personaggi che nascono come ostacoli alla storia d’amore hanno sempre un loro perché e sono funzionali alla narrazione. Nascono tutti da me, quindi non posso non ricordarli tutti con affetto.
Prima di salutarci, vorrei chiederti di lasciarci con una citazione a tuo piacere tratta da uno dei tuoi libri.
Da “Onde di velluto”, tratto dall’ultimo podcast di Alex: 

"Il mio ultimo messaggio è per tutti voi che avete viaggiato con me in questi anni.

Guardatevi allo specchio e affrontate le vostre paure, apritevi al mondo. Non siete soli finché ancora amate, finché ancora siete capaci di sognare."

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E questa era l'intervista, che spero vi sia piaciuta! Ora vi lascio il form da compilare per il giveaway e vi auguro un buon proseguimento all'interno di questo corposo tour!

giovedì 23 febbraio 2017

Blogtour: 'Strider. La Grande Foresta' di Andrea Grassi | Tappa #5: Illustrazioni

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Buongiorno lettori! Oggi per voi ho preparato un post davvero speciale: la quinta tappa del tour dedicato alla nuova edizione del libro 'Strider. La Grande Foresta' di Andrea Grassi, che avevo letto e recensito  (vabbé, recensito, diciamo che una volta ero ancora più ristretta con le recensioni, ma ero alle prime armi!) nel 2014 (qui trovate la mia recensione). 
In questa tappa, il mio compito non è quello di parlarvi del libro, ma di ricordarvi che in questa nuova veste, esso è ricco di bellissime illustrazioni create dal bravissimo Ivan Calcaterra, che ho avuto l'onore di poter intervistare per voi e che ha avuto la pazienza di rispondere minuziosamente ad ogni mia domanda! Qui di seguito vi lascio la biografia di Ivan l'intervista e qualche illustrazione!

Nato a Busto Arsizio nel 1969, è fumettista e illustratore.
Da oltre vent’anni fa parte dello staff di disegnatori di Nathan Never, la prima serie fantascientifica della Sergio Bonelli Editore.
Nel 1993 tiene a battesimo l’esordio di Legs Weaver, primo personaggio femminile di casa Bonelli ad avere una testata propria, mentre è del 2005 la partecipazione ad un numero del poliziesco Julia; nel 2014 sul Dylan Dog Color Fest n. 12 realizza i disegni per il primo storico incontro tra Nathan Never e l’Indagatore dell’Incubo.
Sempre per l’ editore milanese è tuttora al lavoro anche sulla collana fantasy Dragonero.
Dal 1999 collabora con Giochi Preziosi in qualità di concept e character- designer, lavorando sulle più importanti linee di giocattoli e ideandone a sua volta.
In ambito editoriale ha all’attivo collaborazioni con Focus Junior, Gazzetta dello Sport, GP Publishing; per Piemme realizza alcune illustrazioni e copertine legate a Geronimo Stilton.
Lavora anche in ambito pubblicitario e di pre-produzione cinematografica e televisiva, realizzando disegni e storyboards.
Intervista:
*scorrete la sezione per leggerla interamente*
-Buongiorno Ivan! Per prima cosa, permettimi di ringraziarti per aver permesso questa intervista all’interno del mio blog! La tua è una professione che ho sempre ammirato, trovo sia davvero bellissimo riuscire a dare vita ai personaggi e alle ambientazioni di un libro. Aquesto proposito, direi di partire subito con la prima domanda: dove è nata la tua passione e quando hai deciso di fare l’illustratore?
Non ho memoria di un periodo della mia infanzia in cui non mi riveda con qualche pastello o pennarello tra le mani, direi quindi che possiamo parlare di passione innata..! E’ vero che è tipico un po’ di tutti i bambini ma, mi dicono, si capiva che quella del disegno era la mia particolare dimensione... e da allora praticamente non mi sono più fermato..! Determinanti poi sono stati gli “incontri” con alcuni particolari libri, il cui “imprinting” ha definito molta parte di quel che ho fatto poi - e faccio tuttora - in ambito lavorativo. “Lo Hobbit” è stato il primo libro che comprai in completa autonomia, con la mia paghetta, quando avevo sette o otto anni; subito dopo uscirono “Gnomi”, “Giganti” e soprattutto il celeberrimo “Fate”, con il quale feci la conoscenza di due “numi tutelari” dell’illustrazione fantastica: Brian Froud e Alan Lee. Questi magnifici volumi illustrati diventarono il mio appuntamento natalizio più desiderato e godono ancora adesso di un posto di rilievo sulle mie stracariche librerie. Successivamente quando è stato il momento non ho avuto dubbi sul fatto che l’Artistico sarebbe stato il liceo che avrei frequentato. Dopo il diploma scelsi il corso di Illustrazione perchè mi sembrava la naturale evoluzione rispetto a quelli che erano i miei interessi per il fantasy e la fantascienza, il fumetto e l’editoria in genere, anche se allora - fine anni ’80 – la parte del leone la faceva sicuramente la comunicazione - e di conseguenza l’illustrazione - pubblicitaria.

-Oltre a rendere reali i personaggi dei vari libri, sei anche appassionato di lettura? Oppure no?
Amo leggere tanto quanto amo disegnare e leggo un po’ di tutto: classici e contemporanei, romanzi, saggistica di vario tipo, storia dell’arte e biografie, naturalmente tantissimo fumetto. In questo periodo sul “comodino” ci sono “Il racconto dei racconti” di Basile, un paio di trattati di storia medievale, il catalogo della mostra di Escher che ho visto da poco, un libro sul Kendo e “Sandman” di Neil Gaiman. Non dimentichiamo però la musica, compagna indispensabile, insieme alla radio, delle mie giornate al tavolo da disegno; anche qui sono un onnivoro, ma quando ho bisogno di uno stimolo in più o cerco una full- immersion totale con il soggetto sul quale lavoro, tendo ad associare il tema di quello che ascolto a quello che sto disegnando. Amo molto il folk - la musica tradizionale - irlandese e scozzese, e sono un fan di vecchia data di Loreena McKennitt, entrambi sottofondi perfetti mentre si disegna del fantasy..!

-Qual è stato il tuo percorso per arrivare fin qui e come ti senti quando inizi a lavorare a delle nuove illustrazioni? Di solito impieghi molto per arrivare all’idea giusta o il soggetto ti viene di getto?
Le esperienze nel campo dell’illustrazione e della creatività in generale sono state molteplici e delle più diverse, talvolta percorse in modo simultaneo, alcune solo occasionali, altre che proseguono ancora adesso. I primi lavori a livello professionale li feci quando ancora frequentavo l’ultimo anno della scuola di Arti Applicate e appena finiti i corsi continuai a collaborare con lo stesso studio grafico che me li aveva commissionati, per il quale facevo prevalentemente disegni per l’editoria scolastica; in più arrivava qualche lavoretto da agenzie pubblicitarie della mia città o di Milano. Contemporaneamente con un amico mi occupavo di effetti speciali, realizzando pupazzi, creature e make up - era l’epoca d’oro del cinema horror splatter, di cui eravamo appassionati, nonchè gli anni dell’esordio di Dylan Dog nelle edicole italiane. Poco dopo ebbi modo di conoscere Sergio Bonelli e molti dei più importanti fumettisti che lavoravano nella casa editrice milanese e ben presto entrai a far parte dello staff di disegnatori di “Nathan Never”, personaggio nato circa un anno prima e sulla quale testata lavoro tuttora. Parallelamente svolgo da quasi vent’anni anche l’attività di, per dirla in parole povere, “inventore di giocattoli”, ma rimando alla biografia che compare nella pagina per altri dettagli.
Per rispondere alla seconda parte della domanda, possibilmente cerco già da subito di accettare incarichi che mi entusiasmino o ai quali prevedo di appassionarmi strada facendo, lavorandoci. Non mi tiro indietro neanche di fronte a nuove esperienze, inedite per me, avendo comunque sempre ben chiaro in cosa posso riuscire e quali sono i miei limiti. Per quel che mi riguarda, quando si tratta di cominciare un nuovo lavoro lo stato d’animo non può che essere dei più positivi; devo essere carico di buone aspettative, “gasato” e ispirato..! Non è sempre facile, ma è il “mood” che devo riuscire ad instaurare anche nel caso in cui il disegno che devo fare non mi aggradi particolarmente - o magari lo detesti pure (aimè capita più spesso del previsto); dopotutto si tratta sempre di liberare la fantasia e disegnare e la passione per questo mestiere viene in aiuto. Riguardo l’approccio ad una nuova illustrazione le situazioni possono essere delle più varie: alcune volte hai in testa, chiara e lampante, l’immagine che vorresti ma poi le mani non “ubbidiscono”, altre volte il disegno sembra che si faccia da solo senza nessuno sforzo; ci sono giornate storte in cui non si riesce a combinare niente di buono e poi, magari dopo un paio di giorni, o più, ritorni sulla stessa cosa e la risolvi facilmente nel modo più spontaneo; ad ogni modo sono situazioni assimilabili anche ad altri ambiti creativi, come la scrittura ad esempio. Spesso mi è capitato di trovare un taglio inaspettato dell’immagine o il particolare che fa la differenza per errore o per una incredibile coincidenza che ti fa capitare sotto gli occhi lo spunto o l’esempio che ti serviva in quel momento ..!

-Oggi molti ragazzi puntano a diventare illustratori. Hai qualche consiglio da poter dare a tutti quelli che ci stanno leggendo ed aspirano a questo lavoro?
Interessarsi di tutto, leggere il più possibile, vedere film, andare a teatro, videogiocare (a chi piace; se non vi piace, sedetevi di fianco all’amico che gioca e guardate come fosse un film), fotografare e interessarsi di fotografia, se possibile viaggiare un po’ (ma anche nel paesino accanto a dove abitiamo, non è obbligatorio fare il giro del mondo!) ... e molto altro; insomma crearsi un bagaglio visivo e culturale, che naturalmente va aggiornato continuamente. Un mio vecchio professore diceva che non potevamo permetterci di non guardare, ad esempio il balletto, o qualsiasi altra cosa, perché non ci piaceva. Una delle idee migliori nel campo del giocattolo mi è venuta pensando ad un documentario sulle formiche visto anni prima.

Dopo qualche breve domandina generale, direi di passare all’argomento più succoso di oggi: la tua collaborazione con Andrea Grassi!

-Ho avuto modo di leggere ‘Strider’ e lo ho apprezzato molto, quindi ti chiederei subito: cosa pensi della storia narrata? Hai trovato interessante la realizzazione dei suoi soggetti?
Inizialmente pensavo che la collaborazione si sarebbe svolta piuttosto velocemente, si trattava di realizzare la copertina e un paio di illustrazioni interne, un impegno di una settimana o poco più. Per un incarico del genere normalmente non serve leggere l’intero romanzo - e spesso non ci sarebbe nemmeno il tempo - quindi dopo un primo incontro con Andrea, in cui mi ha parlato a grandi linee della storia e mi ha fornito le copie dei primi due libri, l’intenzione era quella di scartabellare un po’ tra le pagine per trovare un paio di punti salienti della vicenda ai quali dedicare le illustrazioni. “Purtroppo” ho fatto l’errore di cominciare a leggere il libro dall’inizio - almeno il capitolo introduttivo potevo permettermi di leggerlo tutto, anche per capire il tono e lo stile del racconto. L’ho cominciato prima di dormire, verso l’una, la sera stessa dell’incontro; verso le quattro del mattino ero già un fan sfegatato della saga - naturalmente non ero riuscito a fermarmi al primo capitolo - e dopo cinque giorni (non di lettura ininterrotta, meglio precisare..!) avevo finito entrambi i volumi. A quel punto, altro che episodi salienti.. le idee e le immagini si affollavano, ma di questo parleremo tra poco, dato che ho sbirciato la domanda successiva e quindi riprenderemo il discorso più sotto. Qui invece aggiungo che Andrea mi aveva anche incoraggiato a fornirgli un parere e dei commenti sulla storia, anzi sulla “storiella”, come ama chiamarla, quindi abbiamo parlato molto del libro e al momento di cominciare coi disegni ero già praticamente fratello di sangue e sputo di Ian e compagni..!

-Realizzare le illustrazioni di ‘Strider’ è stato complicato o lo hai trovato semplice? Come hai scelto il modo e lo stile migliore attraverso cui rappresentarlo?
Complicato e semplice al tempo stesso, come è giusto che sia, ma soprattutto molto divertente. Come dicevamo, la storia offriva innumerevoli spunti e un sacco di personaggi e cose interessanti da rendere in immagini e mi è stato subito chiaro che volevo disegnarne il più possibile, quindi ho proposto ad Andrea di non fare la semplice “messa in scena” di un paio di momenti particolarmente significativi, ma piuttosto di provare a dare un’idea del mondo di Strider attraverso le suggestioni fornite dalle ambientazioni, dagli oggetti, dalle creature che lo popolano e coi quali i personaggi principali interagiscono. L’intenzione era anche quella di fare una serie di disegni abbastanza eterogenei, cioè eseguiti con tecniche differenti, alcuni più simili a schizzi come fossero stati fatti velocemente dal vivo su di un “carnet de voyage”, altri più rifiniti, come se lo stesso viaggiatore poi li avesse ripresi e completati con calma una volta tornato a casa. Poi da ultimo ho voluto aggiungere le mappe, un classico del fantasy che non poteva mancare; piacevolissime ma anche faticosissime da fare, per le quali ho cercato, anche con il prezioso aiuto di Sara Rizzo, di proporre una cifra a metà tra lo stile tradizionale e una grafica leggermente più contemporanea, proprio come il mondo e il fantasy di Strider non sono prettamente medievali ma in cui convivono atmosfere “cappa e spada” e tecnologie più consone a una certa Sci-Fi nipponica o che non stonerebbero in Star Wars.

-Come è stata la collaborazione con Andrea Grassi? Vi siete trovati sempre d’accordo o a volte avete dovuto rielaborare qualche immagine per venirvi incontro?
Diciamo che la cosa più difficile per me è stata arginare la valanga di complimenti che mi faceva ogni volta, oppure convincerlo che quello che gli stavo mostrando era solo uno schizzo preliminare e non il disegno definitivo, ma a lui già piaceva e voleva pubblicarlo così..! A parte questo, abbiamo stabilito che non avrei dato una impronta manga alle illustrazioni, dato che non è lo stile che adotto normalmente, anche se gli schizzi coi quali Andrea è abituato a visualizzare le sue creazioni durante la stesura dei libri e che mi ha mostrato da subito si rifacevano proprio a quell’immaginario; i suoi disegni si sono comunque rivelati utilissimi spunti in più di una occasione. Avevo praticamente carta bianca nell’ideazione di ogni aspetto, ma spesso sono stato io a insistere perché mi mandasse anche la sua idea visiva di personaggi e ambientazioni.

-Direi che per oggi piò bastare così! Ti ringrazio tantissimo per il tempo che mi hai concesso! Prima di andare, ti chiedo un’ultima cosa: ti va di salutare i nostri lettori con una delle illustrazioni che preferisci, tratte dall’opera di Andrea Grassi?

Certamente; ho scelto un inedito e cioè la prima versione del personaggio del Gobbo, che è anche a colori... se ne avete voglia, divertitevi a trovare le differenze col disegno pubblicato nel libro..!

Allora, vi siete goduti l'intervista? Per concludere in bellezza questo mega post, qui di seguito vi allego altre quattro bellissime illustrazioni di Ivan e poco sotto vi lascio il form da compilare per poter partecipare il giveaway legato al tour. Vi ricordo, infatti, che in palio c'è una copia del libro!

a Rafflecopter giveaway
E con questo si conclude il tour dedicato al libro di Andrea Grassi!
Avete tempo fino al 28/02 per partecipare all'estrazione!

sabato 12 novembre 2016

Blogtour: 'Il segreto delle Sibille' di Luisa Mazzocchi | Tappa #3: Intervista all'autrice

Buongiorno lettori! Lo scorso fine settimana mi sono dedicata alla preparazione della terza tappa di questo tour che oggi ho il piacere di portare nel mio blog! Dalla prossima settimana dovrei (spero) riuscire a tornare attiva qui nel blog perché ora sto nettamente meglio e perché finalmente potrò riutilizzare il pc a mio piacimento. 
Tralasciando questo, oggi torno a parlarvi di un libro che qui nel blog ho già recensito nella versione autopubblicata e che da pochi giorni è stato ripubblicato da una grande casa editrice. Sono felicissima di questa cosa, perché il libro è davvero affascinante e perché l'autrice se lo merita. Nella mia tappa parlerò proprio di lei e con lei, attraverso un'intervista che ci permetterà di scoprire molte curiosità sul suo conto!


Prima di passare alla mia tappa, vi lascio il calendario con tutte le date che compongono il tour, così potrete anche recuperare le tappe dei giorni passati se ve le siete perse!
10/11: Presentazione tour e giveaway - Starlight Book's
11/11: Leggenda delle Sibille - Penna d'Oro
12/11: Intervista all'autrice - Libri di cristallo
13/11: I personaggi - Librintavola
14/11: Recensioni a confronto - Every Book has its Story
15/11: 5 motivi per leggere il libro - Libri al caffè


Intervista:
*scorrete la sezione per leggerla interamente*
-Ciao Luisa! Che ne dici di presentarti un po’ al pubblico di lettori che oggi si è sintonizzato con noi? Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni e come è nata quella per la scrittura?
Sono una donna come tante, lavoro, sono una madre di famiglia alle prese con tantissimi impegni e ho diverse passioni. Mi piace leggere di tutto, informarmi, amo il cinema, la storia, la lettura e la scrittura, ovviamente! Negli ultimi anni mi sono occupata anche dello studio della lettura teatrale con l’attore teatrale Luca Violini, e devo dire che è stata davvero un’esperienza altamente formativa per una persona come me che ama raccontare. Rimane comunque il grosso problema del poco tempo a disposizione, ma penso sia un guaio comune a parecchie donne di oggi purtroppo.

-Parliamo un po’ del libro, prima di passare ad alcune curiosità sulla nuova pubblicazione, ti va? Innanzitutto, ti faccio la domanda di routine: dove è nata l’ispirazione per questa storia così particolare?
L’ispirazione è nata molti anni fa durante una delle mie prime escursioni nella magica Gola dell’Infernaccio, sui Monti Sibillini.

-Come mai hai deciso di interessarti al mito della Sibilla? E’ una passione che hai da sempre, o è nata insieme al tuo libro?
È una passione che è nata insieme alla mia storia, anche se la curiosità sul loro mito è iniziata molti anni fa, quando per caso mi sono imbattuta in una tabaccheria che vendeva un mazzo di carte delle Sibille.

-Molti hanno considerato la tua storia sotto diventi punti di vista, ‘etichettandola’ con i più svariati generi letterari. Tu cosa ne pensi? Se dovessi descrivere il tuo libro, a quale genere più lo avvicineresti?
Ecco, questa domanda è importante. Al giorno d’oggi viviamo con questa perenne isteria di classificare tutto, specie nel mercato editoriale (nel cinema un po’ meno). Se non mettiamo la cosa nel cassetto giusto, la ignoriamo e ci facciamo mancare la curiosità di scoprire nuove cose, di sperimentare. Nei miei romanzi si parla di amore, di guerra, di spiritualità, della vita insomma. A volte ci sono elementi fantasy, che in realtà non sono mai puramente tali. Sono aspetti spirituali legati al passato e alla memoria, cose importanti per me. Quello che mi interessa davvero è creare emozioni, al di là e a dispetto del genere classificatorio. È un aspetto che molti lettori fortunatamente colgono e apprezzano, altri rimangono ancorati solo al genere puro e da quella forma mentis purtroppo non si spostano.

-Ci sono dei personaggi o delle ambientazioni alle quali sei più legata? Se sì, perché?
A tutte le ambientazioni del romanzo: la Gola dell’Infernaccio, il vicolo della serpe di Ancona, e la città di Foligno, dove sono nata. Mi piace molto il personaggio antico di Asia, oltre a quello della protagonista.

-Quando hai iniziato a scrivere, avresti mai pensato di arrivare alla pubblicazione con una casa editrice importante come Rizzoli?
Assolutamente no. Era solamente un sogno. Questo però dimostra, che il lavoro duro e un lungo passaparola, durato almeno cinque anni, mi hanno ripagato delle mie fatiche.

-Qual é stata l’emozione più forte: il momento in cui sei stata contattata dalla casa editrice o quello in cui hai finalmente visto il tuo libro disponibile in tutti gli store?
Sicuramente il primo! Anzi, ancora meglio il momento in cui mi è stato comunicato che il mio romanzo era davvero meritevole di attenzione.

-E invece, qual é stata la tua reazione alla vista della nuova cover e del nuovo titolo?
Sono stata molto contenta. Il romanzo originale era uscito da quasi due anni e il fatto che fosse stato rieditato con un nuovo titolo e una nuova copertina mi ha fatto molto piacere. È comunque uno stimolo importante per andare avanti con il sequel.

-Prima di salutarci, ti va di svelarci qualcosa sul seguito? Lo hai in scrittura o stai ancora delineando l’idea?
Lo sto scrivendo da tempo e con una certa sofferenza, viste le continue interruzioni a cui sono costretta per via dei miei impegni. Sulle anticipazioni … posso soltanto dire che la storia di Laura si evolverà. Dovrà fare delle scelte sentimentali importanti e occuparsi anche di sua sorella Maria, alle prese con uno stress terribile. Al centro di tutto ci sarà il tema della gelosia, il vero motore della narrazione.

-Direi che, anche se ho altre mille domande in mente, per oggi possiamo fermarci qui, altrimenti diventerebbe un post davvero troppo lungo. Grazie per avermi permesso questa intervista! Prima di andare ti chiedo di salutare i tuoi lettori e, se vuoi, di lasciarci una citazione tratta dal tuo libro che ti piace molto, con la quale vorresti chiudere il post in bellezza!
Certo Ilenia, sei stata gentilissima. Ai miei lettori consiglierei, oltre alla lettura del romanzo (ovvio!), di contattarmi personalmente per comunicarmi che cosa la storia ha suscitato in loro, anche in poche righe. Trovarmi è facile. Facebook, il mio sito web personale (www.luisamazzocchi.com) ne sono un esempio.
Concludo con una frase inconsueta, che non ho mai usato nelle citazioni tratte dal libro. Buona lettura e a presto, miei lettori!


“Fu allora che il maresciallo, sconvolto dal messaggio, si fece largo tra la gente. Laura poteva essere in pericolo. Non staccò neanche un secondo gli occhi da lei, soprattutto quando la vide poggiare le mani sulle spalle di …”


E questo era tutto per oggi! Prima di salutarvi vi ricordo che legato a questo tour c'è un giveaway grazie al quale potete provare a vincere una copia digitale del libro (ce ne sono ben 3 in palio) e qui di seguito vi lascio il form da compilare con tutte le regole da seguire per poter partecipare all'estrazione!