Chi sono?


io Mi chiamo Ilenia e sono una ragazza umbra estremamente curiosa, amante degli animali, della natura, delle scienze, del cibo, dei giochi da tavola/videogiochi e dei libri. Amo leggerli, viverli e respirarli. Non ho un genere preferito ed ho sempre pensato che cercare di abbracciare la lettura nel suo insieme sia un enorme pregio. Ammetto, però, di avere qualche difficoltà con alcuni generi, come gli erotici, gli storici e i gialli (che leggo più raramente rispetto agli altri). In questo blog scrivo della mia passione librosa, con recensioni e rubriche. Che altro posso dirvi di me? Sono laureata in Lingue e culture straniere e in Scienze socioantropologiche per l'integrazione e la sicurezza sociale. Non so ancora come sarà il mio futuro, ma sono molto determinata a scoprirlo. Ho la sfortuna nel sangue, ma cerco di sorridere alla vita!

lunedì 8 aprile 2019

Recensione: 'Storia di una capinera' di Giovanni Verga

Salve lettori, buon inizio settimana! Questo Aprile è cominciato con due letture una totalmente all'opposto dell'altra. Prima di passare al mio commento a questo libro, però, voglio dirvi due cose: la prima è come sempre che quando recensisco un classico non mi occupo di farne un'analisi, come la metà di voi vorrebbe; la seconda è che semplicemente devo dirvi grazie. Grazie perché se voi non aveste votato questo volume nei sondaggi Instagram che ho lanciato per scegliere quale classico leggere, io non mi sarei gettata così facilmente su di esso. Quindi grazie.

Titolo: Storia di una capinera
Autore: Giovanni Verga
Pagine: 125
Prezzo: € 0,99
Editore: Newton Compton Editori

TramaScritto nel 1869 e pubblicato in volume nel 1871, questo breve romanzo di Verga ha goduto e continua a godere di una straordinaria fortuna. Sebbene appartenga cronologicamente al primo periodo della produzione verghiana, esso se ne distacca sensibilmente sia nella struttura sia nei contenuti. Scritto in forma epistolare, è tratto da un’esperienza autobiografica. La giovane Maria – costretta dal padre alla vita del convento pur senza vocazione – scrive all’amica Marianna lettere che testimoniano del suo turbamento di giovane novizia che riscopre nuovi orizzonti in contrasto con la vita monacale e soprattutto l’amore che, osteggiato da tutti, crescerà in lei assumendo una tensione parossistica. Considerato a suo tempo una polemica denuncia della condizione femminile, questo romanzo, adattato per il cinema da Zeffirelli, è piuttosto un grande dramma intimo, sentimentale, umano, spinto fino all’eccesso.


Recensione:

Struggente, dolorosa, triste, asfissiante: sono questi gli aggettivi con cui meglio descriverei questa lettura. Storia di una capinera è un libro che esplora la mente di una ragazza, Maria, che dopo un breve periodo di libertà in cui conosce l'amore, la spensieratezza e la felicità è obbligata a tornare in convento per farsi monaca. Precisamente monaca di clausura.
La prima cosa che mi ha permesso di provare empatia per questa ragazza di venti anni è il fatto che lei stessa si veda come qualcuno di esterno. Sa che nessuno la ha obbligata malamente a tornare in convento e che per prima sia stata la sua convinzione che questa fosse una cosa giusta a spingerla a tornarci. Eppure, nonostante questa consapevolezza, lei non riesce a rassegnarsi e si sente come se la ragazza che pochi mesi prima la aveva riportata in quel luogo tetro e recluso non fosse stata lei stessa. Improvvisamente si sente divisa, non si riconosce e non comprende più il perché delle sue scelte. 
Questa cosa mi ha fatta soffrire, come anche il suo continuo martoriarsi alla ricerca di un modo per essere libera e per sopravvivere al suo destino.
Maria, però, è anche una protagonista particolare perché nella sua ingenuità non porta il lettore sempre a suo favore. A volte nelle scene in cui essa crede di avere per dovuto l'amore della sua amica o di poter espiare ogni sua paura attraverso le lacrime, il lettore storce le labbra e vorrebbe entrare nel libro per dire alla ragazza di meditare sul fatto che non è piangendo che si risolve ogni cosa.
Quella di Verga è una sorta di denuncia alla condizione femminile ed io non ho potuto fare a meno di pensare a tutte le ragazze che nel corso degli anni sono state obbligate a farsi monache giovanissime per i più disparati motivi. Ho pensato al fatto che queste cose siano davvero esistite e allo struggimento che devono aver provato tutte quelle donne inconsapevoli della loro scelta, proprio come Maria.
La tristissime storia della decadenza di questa protagonista che passa dalla gioia pura alla disperazione totale viene narrata attraverso uno stile particolare, ma non troppo complesso. Il libro si lascia leggere molto velocemente ed il fatto che sia una raccolta epistolare lo ha reso ancor più interessante ai miei occhi.
Leggere le lettere di Maria è stato un po' come vivere le sue emozioni ed è stato interessante anche comprendere tra le righe le risposte di Marianna, la sua interlocutrice.
L'unica pecca forse negativa di questo libro è che nella parte finale tende a trascinarsi un po' nei contenuti, nel senso che vengono ripetute più o meno sempre le stesse cose. Tra le ultime lettere ho dovuto arrancare un po', fino a ritrovarmi in un finale che si è rivelato ancor più crudele e spietato di come lo avevo immaginato.

6 commenti:

  1. Sono contenta che ti sia piaciuto, è da un bel po' che mi incuriosisce! Però vorrei recuperare l'edizione BUR, per i classici è quella di cui apprezzo di più la traduzione :)

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  2. Ciao devo cercare questo libro in casa, dovrei avere una vecchia edizione. Letto tantissimo tempo fa , un classico da rileggere. Avevo messo questo libro tra i libri che rappresentano la donna per un post dell'8 marzo.

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    1. Ora che me lo hai detto, ricordo di averlo visto in una tua foto!

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  3. Questo è uno di quei classici che mi mancano ma che devo assolutamente recuperare il prima possibile!

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