Buongiorno lettori! Come state? Oggi posto di sabato per lasciarvi questa recensione, ma prima volevo dirvi una cosa che con i libri a poco a che fare eheh L'altro giorno ho fatto un salto in centro per vendere dei libri di tedesco (che liberazione!) e sono riuscita a passare a prendere un tè all'iBubble. Siete mai stati un bar dedicato al bubble tea? Io lo adoro, è una cosa che mi concedo una volta al mille, ma ogni volta scelgo gusti diversi perché adoro sentire scoppiettare le palline ed adoro bere il tè. Quello che ho preso l'altro ieri si chiama Morgana (vi dice qualcosa?) ed ha un sapore dolciastro, ma buonissimo: ibisco, mirtillo ed anguria con palline al mirtillo e litchi. Il solo ricordo mi ha totalmente fatto perdere il nesso con cosa volevo dirvi, ma in breve: se siete di Perugia dovete assolutamente passare all'iBubble perché 1) il tè è una bomba e 2) la proprietaria è simpaticissima.
Hem, okay, mi fermo. Non so perché mi sono lanciata in un monologo sul bubble tea, ma era la cosa principale a cui stavo pensando in questo momento ahahahahahah ne ho voglia, ma oggi niente centro per me! Comunque.. Stavo pensando al tè ma, ovviamente, anche a cosa scrivere nella recensione che vi propongo oggi: quella dedicata ad Elevation!
Titolo: Elevation
Autore: Stephen King
Pagine: 195
Prezzo: € 15,90
Editore: Sperling & Kupfer
Traduzione: Luca Briasco
Trama: Scott Carey sta percorrendo senza fretta il tratto di strada che lo separa dal suo appuntamento. Si è lasciato alle spalle la casa di Castle Rock, troppo grande e solitaria da quando la moglie se n'è andata, se non fosse per Bill, il gattone pigro che gli tiene compagnia. Non ha fretta, Scott, perché quello che deve raccontare al dottor Bob, amico di una vita, è davvero molto strano e ha paura che il vecchio medico lo prenda per matto. Infatti Scott sta perdendo peso, lo dice la bilancia, ma il suo aspetto non è cambiato di una virgola. Come se la forza di gravità stesse progressivamente dissolvendosi nel suo corpo. Eppure, nonostante la preoccupazione, Scott si sente felice, come non era da molto tempo, tanto euforico da provare a rimettere le cose a posto, a Castle Rock. Tanto, da provare a riaffermare il potere della parola sull'ottusità del pregiudizio. Tanto, da voler dimostrare che l'amicizia è sempre a portata di mano.
Ho preso in mano questo racconto con la speranza di leggere qualcosa di particolare e lo ho iniziato con un bel po' di curiosità, visto che ne ho sempre sentito parlare o malissimo o benissimo.
Elevation mi ha piacevolmente sorpresa perché in esso ho scoperto un nuovo lato di King. Il re dell'horror si lascia andare ad una storia diversa, uno stile a suo modo nuovo e, soprattutto, ad un'atmosfera totalmente differente dal solito. Leggendo non si provano le sensazioni usuali che un libro di King regala al lettore, ma si scopre un modo nuovo di leggere i suoi libri: in una vera situazione di relax, senza stare sulle spine e senza agitazione. Si tratta di un racconto gradevole, veloce ed a suo modo toccante.
Elevation parla di questioni comuni ed importanti, che vengono camuffate in una storia a suo modo magica e ricca di - piacevole - mistero. Temi come l'omosessualità, la discriminazione, la convivenza e l'amicizia vengono spalmati nelle poche pagine di questo racconto e vengono toccate con delicatezza, come se l'autore non volesse rendere le pagine pesanti, ma allo stesso modo non potesse fare a meno di farci capire cosa ne pensa di tutte le cattiverie gratuite che vengono sparse nel mondo.
Il protagonista, Scott, è un uomo molto particolare che ha un problema assurdo: perde peso senza perdere sostanza. La sua storia sarebbe una qualsiasi storia che tratta di tematiche importanti, se non fosse per questo particolare legato al protagonista. Ho apprezzato l'idea di King e mi è piaciuto entrare nella mente di Scott, vivendo le sue giornate.
Vicino a questo personaggio abbiamo Bill, un dottore in pensione davvero simpatico, sua moglie e le due nuove abitanti di Castle Rock: una coppia di ragazze sposate che si sono da poco trasferite nella cittadina. Loro portano pepe nella storia perché permettono all'autore di creare un background e posizionarlo dietro al problema principale, che diventa ad un certo punto quasi secondario. L'obiettivo del lettore diventa comprendere come andranno le cose tra Scott e le loro vicine e, per un certo momento, chi legge quasi si dimentica del pressante problema del protagonista. Problema che, inutile dirlo, diventa anche fin troppo prepotentemente nella parte finale che, lo ammetto, non lascia indifferenti.
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