Buongiorno lettori! Febbraio comincia con un'ottima lettura che mi permette di spuntare il primo classico dalla lista dei sei che vorrei leggere nel corso dell'anno.
Molti sono rimasti sorpresi da questa scelta, essendo io una persona che solitamente non si dedica in particolar modo ai libri classici. Eppure non potevo non gettarmi su questo volume, visto che ho avuto modo di studiarlo all'università.
Come sempre, vi ricordo che nel mio blog quando parlo di classici non faccio un'analisi critica, ma mi limito a dire il mio parere.
Titolo: Medea - Ippolito
Autore: Euripide
Pagine: 280
Prezzo: € 9,50
Editore: Mondadori
Traduzione: Raffaele Cantarella
Trama: La terribile vendetta di Medea contro Giasone: un’esplosione di passionalità, un dramma inesorabile. E l’amore impossibile di Fedra per il figliastro Ippolito. Due eccezionali figure femminili nelle due famose tragedie di Euripide
Recensione:
Il motivo per cui mi sono gettata su queste tragedie greche è perché all'università ho esplorato in lungo ed in largo 'Medea', che mi ha colpita tantissimo in molte sue versioni. Questa primaria, di Euripide, mi trasmette sempre un grandissimo senso di angoscia, eppure riesce ad affascinarmi ogni volta.
La storia di Medea, così come anche la storia di Fedra che troviamo in 'Ippolito', è la storia di una donna trasmutata dal dolore, colpita e ferita da un destino insormontabile e avuto per punizioni divine.
Tra le due, quella di Medea è sicuramente la tragedia più forte ed intrisa di vendette, quella che vede una madre consapevolmente omicida del proprio amore e dei propri figli. In 'Ippolito', invece troviamo l'assassinio del figlio da parte di un padre (Teseo), causato dall'inganno della madre, dalla fretta, dall'ignoranza e dal volere divino.
Entrambi i drammi puntano sulla condivisione di due concetti principali, che sono quello della diversità e dell'auto non-accettazione di alcuni propri aspetti morali che vorrebbero essere cancellati.
Sia Medea che Ippolito vengono puniti come diversi e su di loro viene puntato il dito perché non rispettano quelli che sono gli usi e gli standard comuni delle società descritte. La prima, per la sua non appartenenza al luogo e per il suo essere maga, il secondo per il suo voler a tutti costi rimanere casto e fedele ad Artemide invece che ad Afrodite.
Con uno stile ovviamente complesso, ma non per questo incomprensibile, Euripide ci permette di fare un viaggio in due storie che riescono in qualche modo a toccare le corde dell'animo del lettore ed insegnano come la diversità, talvolta, venga dal nostro cuore e non dal cuore di chi è considerato diverso.
Ciao :) sembra un testo molto interessanti. Non esperta in materia e prima o poi mi piacerebbe recuperare qualche lettura di questo genere :)
RispondiEliminaSono molto belle, anche se piuttosto forti in alcuni punti!
EliminaLa diversità è negli occhi di chi osserva :)
RispondiEliminaEsatto! :)
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