Buongiorno lettori! In questi giorni sono davvero stracolma di lavoro, ma prima di buttarmi nel mucchio di cose da fare per l'università, ho deciso di dedicarmi alla lettura di questo libro -di fresca uscita- che mi è stato gentilmente proposto dalla casa editrice.
Si tratta di un volume che forse non avrei letto nell'immediato se avesse fatto parte dei miei acquisti, eppure me ne dispiaccio perché avrei rimandato la conoscenza di un libro davvero ricco di sentimenti.
Titolo: Quella metà di noi
Autore: Paola Cereda
Pagine: 222
Prezzo: € 15,00
Editore: Giulio Perrone Editore
Trama: Alle volte ci si ritrova nel mezzo: di due case, di più lingue. Nel mezzo di più vite, di decisioni ancora da prendere, di bisogni contrastanti. È qui che sta Matilde, maestra in pensione che si reinventa badante, alle prese con una parte di se stessa che credeva di non dover mai affrontare. I segreti sono spazi di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, ma anche regali senza mittente per le persone che amiamo. Ma cosa resta di autentico nei rapporti quando si omette una parte di sé? Dove si sposta il confine tra sentimento e calcolo? Matilde lo scoprirà nel confronto con sua figlia, con l'ingegnere di cui si prende cura, con gli spaccati di vite sempre in bilico del quartiere di periferia in cui vive: ogni rapporto ci trasforma, in una dimensione di reciprocità che, attraverso l'altro, ci permette di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà di noi. Dando voce a una coralità di personaggi, Paola Cereda racconta una società frammentata che cambia e fa emergere nuovi bisogni e nuove prospettive, in cui pare necessario inventarsi una nuova modalità per far quadrare i conti con noi stessi e con gli altri. Con una scrittura asciutta e chirurgica, che pure inaugura spazi di autentica poesia, tesse una storia universale, la storia di una donna in grado di restare in piedi quando crolla anche l'ultima illusione.
Recensione:
La prima cosa che vorrei dire è che ammetto, senza vergogna, che non appena ho iniziato a leggere questo libro mi sono sentita un po' stranita per lo stile con cui è stato scritto. Uno stile inusuale, con cui l'autrice passa dal discorso/pensiero diretto a quello indiretto, dalla mente di un narratore alla mente di un protagonista. E' un continuo cambio di prospettiva che inizialmente stordisce un po' il lettore, il quale poi si abitua a questa sorta di dentro e fuori che accompagna la narrazione nel corso di tutta la storia e la rende, a suo modo, ancora più carica di tensione.
La trama del libro è molto toccante. Si tratta di un intreccio di vite a loro modo sia perfette che sbagliate, dove la protagonista assoluta è Matilde, una signora anziana che interroga se stessa sul senso della vita e sul se valga davvero la pena rassegnarsi soltanto perché si ha una certa età, un certo stile o qualcosa che possa sembrare un limite per la società.
Matilde vive un'esistenza piena di rimpianti per cose non dette, circondata da persone che non rendono i suoi giorni meno tristi. Gli unici ad aiutarla un po', rasserenandola in questo suo percorso interiore, sono il vicino Mariano, l'amica Carmen ed il malato Giacomo. Tutti e tre la spronano, consapevolmente o inconsapevolmente, verso l'idea di riabbracciare la propria esistenza e rendersi conto che non si può essere indispensabile per tutti. Spesso non si è indispensabili nemmeno per le persone che dovrebbero considerarci più cari.
La cosa che mi ha fatto più male, leggendo questo libro, è che gli affetti più vicini sono quelli che dimostrano meno amore per la figura di questa donna. Ho odiato sua figlia e le sue nipoti sia per la loro supponenza che per il loro continuo voler rimanere nel loro mondo falsamente perfetto ed etichettare Matilde come quella strana, povera, vergognosa, vigliacca, insensibile.
Questo volume è il libro delle parole taglienti, in grado di spezzare l'anima di un gigante. Eppure Matilde ci da una grande lezione di vita: se è vero che gli affetti vengo prima di tutto, non bisogna dimenticare che prima di loro dobbiamo amare noi stessi. Dobbiamo amarci senza vergogna, senza nascondere ciò che ci fa stare meglio. Sopratutto, dobbiamo amarci senza vivere di parole non dette.
Il finale è un tripudio di tensione, nel quale vorremmo entrare nelle pagine, correre da Matilde ed aiutarla ad aprirsi con una figlia che forse non merita nulla di ciò che sua madre tiene chiuso dentro di se.
Tra confidenze mai esistite, amori perduti, vite finite e dolori nascosti dietro un falso sorriso, questo è il libro perfetto se si vuol vivere una storia ricca di tristezza, sì, ma anche di speranza. Ricca di argomenti taglienti, come la morte, il vizi, i tradimenti, ma anche di flebili momenti di lucidità che illuminano le menti dei personaggi che si incontrano nel corso della storia.
Devo dire che sembra una lettura davvero interessante, nonostante non la conoscevo se non grazie a te :) In un certo senso sono belle anche le letture degli esordienti :)
RispondiEliminaE' uscito il giorno prima che io pubblicassi la recensione, quindi in un certo modo sei giustificata se non lo conoscevi! :D
EliminaSembra interessante, è la prima recensione che leggo anche se su instagram l'ho visto in parecchie foto. Ci farò un pensierino!
RispondiEliminaSono contenta di averti incuriosita!
EliminaOttima recensione!
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaEccomi!!! Concordo con tutto quello che hai detto!
RispondiEliminaCome ho scritto nel mio pensiero... Un libro che resta!!!
Ci troviamo d'accordo!
EliminaMolto interessante la trama, molto bella la recensione che ne hai fatto. Un libro che sono certa vuole trasmettere molte emozioni, un libro che può dare lezioni di vita.
RispondiEliminaGrazie Saji, sono contenta che la recensione ti sia piaciuta!
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