Buongiorno lettori e buon inizio settimana! Sabato Gennaro è tornato a Torino ed io mi sono rimessa a leggere e studiare a tutto gas. Sono riuscita a finire questo bellissimo libro di cui Veronica mi ha omaggiata ed oggi finalmente ve ne parlo, non posso davvero aspettare oltre!
Titolo: L'abisso del mito
Autore: Veronica Todaro
Pagine: 314
Prezzo: € 15,00
Editore: Autopubblicato
Trama: La vita della giovane scriba Thalise, consacrata al tempio della dea Ishtar, scorre tranquilla, costellata da rituali, preghiere alle divinità e incanti tramandati dagli Antichi. Fino a quando un sogno non giunge a sconvolgere le sue certezze. Il fuoco e l’acqua inghiottiranno ogni cosa. Niente di tutto ciò che conosce sopravvivrà. Si tratta davvero di una premonizione? O non è altro che un incubo? Quando Thalise, insieme alla sorella Anilya, all’accolito Atur e a Kenae, giovane consacrato al dio del mare, scoprono nel Labirinto Sacro l’esistenza di un oggetto che credevano leggendario e il loro cammino incrocia quello del sacerdote e indovino Namtar, prende avvio una serie di eventi che li porteranno a conoscenza di un’antica profezia. Tra amori, segreti, passioni, macabri rituali, inganni e tradimenti, saranno incaricati di strappare la magia atlantidea all'oblio a cui il fuoco e l'acqua sembrano volerla condannare, per provare a forgiare un nuovo inizio. In un viaggio a ritroso nel tempo Atlantide rivive, conducendoci in un’epoca remota ma mai dimenticata.
La prima cosa che vorrei dire di questo volume è che per essere un fantasy auto conclusivo è veramente ben fatto perché l'autrice non si lascia prendere dalla fretta e spiega al lettore passaggio per passaggio tutto ciò che succede, accompagnandolo attraverso la storia con il suo stile semplice ed allo stesso tempo curato. Veronica trasporta i suoi lettori nella leggendaria terra di Atlantide ed ho adorato questa ambientazione perché è davvero rara da trovare e me la sono goduta pagina dopo pagina. Atlantide non è l'unica leggenda che viene menzionata in L'abisso del mito e, quella che è la distruzione di un popolo intero, viene mescolata alla nascita di un'altra leggenda; quella di Excalibur. Due storie diverse che si intrecciano in maniera impeccabile e che, inutile mentirvi, mi hanno fatto venire i brividi in più parti.
Nel corso del libro impariamo a conoscere diversi personaggi, molti dei quali purtroppo saranno destinati ad una fine triste ed irreversibile. Non vi dirò di chi sto parlando ovviamente. Sappiate soltanto che sono stata molto triste.
I nostri protagonisti sono un gruppo di ragazzi dalle caratteristiche differenti, ma accomunati dall'uso della magia e da un mistero nato da un sogno della piccola Thalise, che si trasforma ben presto in un crudele incubo. Thalise è una ragazzina appena tredicenne che seppur un po' piagnucolona, dimostra un carattere molto forte. Accanto a lei ci sono sua sorella, una ragazzetta adolescente che porta con sé un grande segreto e che appare a tratti molto debole ed a tratti tutto l'opposto, Atur e Keae. Quest'ultimo è il personaggio che è stato caratterizzato di meno e che rimane fino alla fine circondato da un po' di nebbia, ma nonostante questo mi sono totalmente affezionata a lui, così come a tutti gli altri. Ho apprezzato la capacità dell'autrice di trovare un tono non troppo autoritario da dare ai protagonisti, in modo da non far dimenticare al lettore che a parlare e a popolare le pagine sono dei ragazzini.
Dal lato degli adulti troviamo moltissimi personaggi di diverse tipologie, ma quello realmente degno di nota è sicuramente Namtar, l'antagonista che rende tutto più crudo ed a tratti un pelino macabro (senza mai esserlo eccessivamente). Namtar è il tipo di cattivo che ad un certo punto della trama ti sorprende perché la sua storia si intreccia al presente e si scoprono di lui cose che non si sarebbero mai potute immaginare. Alla fine della fiera, come si suol dire, anche Namtar prende uno spazio nel cuore del lettore che si trova ad osservarlo con occhi continuamente differenti e trovo che Veronica sia riuscita in modo estremamente abile a sconvolgere il lettore con particolari sempre nuovi e mai scontati.
L'abisso del mito è per me uno di quei libri che una volta chiusi rimangono dentro e lasciano dietro di loro una sorta di nostalgia, perché è allo stesso tempo bello e brutto finire di leggere una storia che ti ha rapito il cuore. Questo è uno di quei volumi che mi ricorda perché io ami il fantasy.
La prima cosa che vorrei dire di questo volume è che per essere un fantasy auto conclusivo è veramente ben fatto perché l'autrice non si lascia prendere dalla fretta e spiega al lettore passaggio per passaggio tutto ciò che succede, accompagnandolo attraverso la storia con il suo stile semplice ed allo stesso tempo curato. Veronica trasporta i suoi lettori nella leggendaria terra di Atlantide ed ho adorato questa ambientazione perché è davvero rara da trovare e me la sono goduta pagina dopo pagina. Atlantide non è l'unica leggenda che viene menzionata in L'abisso del mito e, quella che è la distruzione di un popolo intero, viene mescolata alla nascita di un'altra leggenda; quella di Excalibur. Due storie diverse che si intrecciano in maniera impeccabile e che, inutile mentirvi, mi hanno fatto venire i brividi in più parti.
Nel corso del libro impariamo a conoscere diversi personaggi, molti dei quali purtroppo saranno destinati ad una fine triste ed irreversibile. Non vi dirò di chi sto parlando ovviamente. Sappiate soltanto che sono stata molto triste.
I nostri protagonisti sono un gruppo di ragazzi dalle caratteristiche differenti, ma accomunati dall'uso della magia e da un mistero nato da un sogno della piccola Thalise, che si trasforma ben presto in un crudele incubo. Thalise è una ragazzina appena tredicenne che seppur un po' piagnucolona, dimostra un carattere molto forte. Accanto a lei ci sono sua sorella, una ragazzetta adolescente che porta con sé un grande segreto e che appare a tratti molto debole ed a tratti tutto l'opposto, Atur e Keae. Quest'ultimo è il personaggio che è stato caratterizzato di meno e che rimane fino alla fine circondato da un po' di nebbia, ma nonostante questo mi sono totalmente affezionata a lui, così come a tutti gli altri. Ho apprezzato la capacità dell'autrice di trovare un tono non troppo autoritario da dare ai protagonisti, in modo da non far dimenticare al lettore che a parlare e a popolare le pagine sono dei ragazzini.
Dal lato degli adulti troviamo moltissimi personaggi di diverse tipologie, ma quello realmente degno di nota è sicuramente Namtar, l'antagonista che rende tutto più crudo ed a tratti un pelino macabro (senza mai esserlo eccessivamente). Namtar è il tipo di cattivo che ad un certo punto della trama ti sorprende perché la sua storia si intreccia al presente e si scoprono di lui cose che non si sarebbero mai potute immaginare. Alla fine della fiera, come si suol dire, anche Namtar prende uno spazio nel cuore del lettore che si trova ad osservarlo con occhi continuamente differenti e trovo che Veronica sia riuscita in modo estremamente abile a sconvolgere il lettore con particolari sempre nuovi e mai scontati.
L'abisso del mito è per me uno di quei libri che una volta chiusi rimangono dentro e lasciano dietro di loro una sorta di nostalgia, perché è allo stesso tempo bello e brutto finire di leggere una storia che ti ha rapito il cuore. Questo è uno di quei volumi che mi ricorda perché io ami il fantasy.
Dato che ne abbiamo già ampiamente parlato in privato non mi dilungo troppo, ma sono davvero contenta che ti sia piaciuto così tanto ♥
RispondiEliminaAnche io! Non mi aspettavo che mi avrebbe rapito il cuore!
EliminaGrazie di cuore a entrambe ❤
RispondiEliminaVeronica
Grazie a te!
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