Chi sono?


io Mi chiamo Ilenia e sono una ragazza umbra estremamente curiosa, amante degli animali, della natura, delle scienze, del cibo, dei giochi da tavola/videogiochi e dei libri. Amo leggerli, viverli e respirarli. Non ho un genere preferito ed ho sempre pensato che cercare di abbracciare la lettura nel suo insieme sia un enorme pregio. Ammetto, però, di avere qualche difficoltà con alcuni generi, come gli erotici, gli storici e i gialli (che leggo più raramente rispetto agli altri). In questo blog scrivo della mia passione librosa, con recensioni e rubriche. Che altro posso dirvi di me? Sono laureata in Lingue e culture straniere e in Scienze socioantropologiche per l'integrazione e la sicurezza sociale. Non so ancora come sarà il mio futuro, ma sono molto determinata a scoprirlo. Ho la sfortuna nel sangue, ma cerco di sorridere alla vita!

sabato 16 maggio 2020

Blogtour: 'Non sprecare il tempo, non sprecare l'amore' | Emozioni negative: quando diviene difficile abbandonare un'emozione

Buongiorno amici lettori! Oggi sono qui per fare insieme un approfondimento che riguarda le emozioni negative ed il modo in cui siamo soliti gestirle e vederle. Prima di partire con il tutto, vorrei però ringraziare ancora una volta Emanuela de Il Mondo di sopra per avermi permesso di partecipare a questo Blog tour. Spero che il mio articolo vi piacerà e direi di iniziare subito!


Parlando di emozioni

emozione
/e·mo·zió·ne/
sostantivo femminile
  1. Stato psichico affettivo e momentaneo che consiste nella reazione opposta dall'organismo a percezioni o rappresentazioni che ne turbano l'equilibrio; com., improvviso e forte turbamento provocato da commozione o da apprensione.

Siamo sempre stati abituati a dividere le emozioni in due macro categorie: quelle positive e quelle negative. In realtà le emozioni hanno una grande vastità di sfaccettature, ma oggi noi ci limiteremo a quelle che per il nostro animo sono considerate emozioni da cui tenersi alla larga. Anzi, emozioni da cui ci si dovrebbe tenere alla larga, ma da cui in realtà non si riesce a scappare.
Uno dei motivi per cui proviamo emozioni è quello di riuscire a valutare le nostre esperienze. Le emozioni negative, inoltre, sono strettamente collegate al comportamento umano e i due si fondono insieme in un connubio irrazionale-fisico che diventa il modo stesso di agire, la nostra mente, la nostra vita. 
L'essere umano è di per sé una grande contraddizione dove convivono molti paradossi. Uno dei più lampanti è proprio quello collegato al modo in cui ci approcciamo alle emozioni: quando siamo tristi non riusciamo a pensare a cose belle, ma ci tuffiamo a bomba su tutti gli aspetti negativi della nostra vita. Non riusciamo a risalire, arriviamo spesso a toccare il fondo, dilaniamo il nostro animo ed il nostro cuore soltanto perché non siamo in grado di pensare all'opposto di ciò che sentiamo: se stiamo male non riusciamo a pensare a cose belle. Ci invischiamo nella melma della bruttura, dell'ansia, della paura. Ci tuffiamo nel nostro mondo alla ricerca di tutto ciò che esso ha di negativo. Sembra impossibile pensare a qualcosa di buono. La cosa paradossale, però, è che spesso anche quando siamo di buon umore tendiamo a pensare a cose negative per i più disparati motivi: paura di essere troppo felici, bisogno di tornare in se stessi. In questo modo, la nostra positività si affievolisce.

Perché le emozioni negative sanno cullarci?

Sembrerà un altro paradosso (ed effettivamente forse lo è), ma alcuni studi scientifici (come quello di Alex Korb, neuroscenziato) dimostrano che alcune emozioni negative sono in grado di attivare le stesse sensazioni appaganti delle emozioni positive. Ne sono un esempio il senso di colpa e la vergogna, che attivano aree del cervello che corrispondono ai centri di ricompensa e piacere. Un'altra emozione che è in grado di farci stare meglio è la preoccupazione. Essa, infatti, riesce a ridurre la sensazione di ansia. Contando che è molto più facile autocommiserarsi piuttosto che essere fieri di sé, è facilissimo accedere a queste aree di piacere. Le emozioni negative sono come una trappola da cui non riusciamo ad uscire: iniziamo a sentirci male per qualche motivo, per poi non riuscire ad uscire dalla spirale. Per qualche assurdo motivo, a volte chiamiamo a noi emozioni negative solo perché abbiamo bisogno di sentirci persi in quel torpore che sanno donarci. Non è razionale e a lungo andare sarebbe sicuramente pericoloso. Nonostante la sensazione di appagamento che possiamo trarre dal pensare negativo e dal crogiolarci nel lato oscuro della nostra mente, sappiamo perfettamente che questo tipo di emozioni a lungo andare è nocivo per il nostro organismo, può portare anche a malattie mentali. Siamo consapevoli del male che ci procuriamo. Perché, allora è così difficile lasciare andare le emozioni negative? Come possiamo fare per resistere alla tentazione di lasciarci andare ad esse?

Lasciare andare

Le emozioni negative, tanto quanto quelle positive, fanno parte della nostra esistenza e ci aiutano a costruire la nostra vita. A lungo andare, però, esse possono essere davvero nocive per il nostro organismo. Queste emozioni non devono essere combattute con la forza, perché non è possibile vivere senza loro presenza. Devono però essere limitate, non coltivate. Non esiste una soluzione univoca per riuscire a convivere con le emozioni negative senza esserne sopraffatti. Quando esse sono troppo forti si può cercare di condividerle con qualcuno, di scriverle, di musicarle. Esternare le proprie emozioni è sicuramente uno dei modi più efficaci per alleggerire il proprio animo. D'altro canto, però, non è sempre semplice parlare con qualcuno di ciò che la nostra mente ci mostra. In questo caso, per non raggiungere il fondo della spirale, di possono fare degli esercizi chiamati mindfulness, ovvero esercizi che possano aiutarci a diventare consapevoli delle nostre emozioni/situazioni e dei nostri comportamenti conseguenti, senza però esprimere un giudizio verso essi. Il cambiamento è possibile, ma non è immediato né privo di sforzo e dolore. Bisogna sapersi rialzare per riuscire a convivere con le nostre emozioni. Bisogna imparare, piano piano, a lasciare andare quella parte di noi che ci spinge a rifugiarci nell'autocommiserazione.


Spero che il mio approfondimento vi sia piaciuto.
Il prossimo lo troverete domani nel blog di J.A.Wingdale, che vi porterà a tu per tu con i personaggi del libro!

4 commenti:

  1. bello questo articolo... non so se definire le emozioni in negative o positive in modo oggettivo... La paura? in teoria è una forma di difesa atavica, se la stai gestire t aiuta a sopravvivere, t fa ragionare... la rabbia? se non controllata può diventare devastante,ma può anche farti reagire nella gisuta misura... la tristezza, ebbhè sembra la più sfigata di tutte e invece ci insegna ciò che vogliamo, ci fa fermare connettere con noi stessi... tutto quindi dipende da come le gestiamo... ma una cosa sono le parole e una cosa i fatti...
    io per esempio se sto giù pesantemente non riesco a fare niente, non suono non creo, forse scrivo qualche verso ma di solito è il resoconto di uno stato mentale vissuto... ma c'è in chi l'emozione cosidetta negativa come la tristezza in realtà diventa produttiva, si pensi agli scrittori maledetti di fine ottocento in francia o i decadentisti italiano, ma anche di più moderni... se non ci fossero/fossero stati i depressi molte opere probabilmente non nascerebbero/sarebbero nate... eppure è vero, quando si è troppo felici ci si interroga dove sta la beffa, o magari si ha paura di abituarsi troppo al benessere da non riuscire più a fronteggiare i malesseri, ma alla fine sono tutte pippe mentali... le emozioni sono tutto ciò che siamo

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    1. Non potremmo mai esistere senza emozioni e ovviamente anche le emozioni negative devono essere presenti nella nostra vita. Come dicevo nel post e come hai detto anche tu, sta tutto nel modo in cui riusciamo a gestirle ed il modo in cui riusciamo ad osservarle!

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  2. Finalmente riesco a passare a commentare e sono rimasta incantata dalle tue parole. E' molto bello questo articolo e come sei riuscita ad evocare le sensazioni del romanzo. Hai toccato la stessa delicatezza e armonia dell'autrice parlando di emozioni che a volte è vero, fanno male, ma sembrano cullarci

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