Chi sono?


io Mi chiamo Ilenia e sono una ragazza umbra estremamente curiosa, amante degli animali, della natura, delle scienze, del cibo, dei giochi da tavola/videogiochi e dei libri. Amo leggerli, viverli e respirarli. Non ho un genere preferito ed ho sempre pensato che cercare di abbracciare la lettura nel suo insieme sia un enorme pregio. Ammetto, però, di avere qualche difficoltà con alcuni generi, come gli erotici, gli storici e i gialli (che leggo più raramente rispetto agli altri). In questo blog scrivo della mia passione librosa, con recensioni e rubriche. Che altro posso dirvi di me? Sono laureata in Lingue e culture straniere e in Scienze socioantropologiche per l'integrazione e la sicurezza sociale. Non so ancora come sarà il mio futuro, ma sono molto determinata a scoprirlo. Ho la sfortuna nel sangue, ma cerco di sorridere alla vita!

sabato 2 gennaio 2021

Recensione: 'Le primizie di Athena' di Silvia Sardini

 Buongiorno lettori miei e bentornati nel blog in questo secondo giorno di un anno che, chissà, speriamo cresca migliorando sempre un po'. Come prima recensione dell'anno vi propongo una delle mie ultime letture del 2020. Avendo partecipato a due maratone consecutive, ho accumulato diverse recensioni... Dopo di questa, vi parlerò ancora per tre volte di libri letti a Dicembre. Poi passeremo a quelli letti in questo nuovo anno!

Titolo: Le primizie di Athena
Autore: Silvia Sardini
Pagine: 29
Prezzo: € 9,00 cartaceo | € 1,03 digitale
Editore: Giovane Holden Edizioni

Trama: Come pennellate improvvise inferte sul bianco, le liriche di Silvia Sardini emergono da un limbo mitico in cui, figlia di ogni evoluzione, regna incontrastata l'attesa. Attesa di senso, di nuove metamorfosi, di parole sapienti in grado di significare ciò che questa umanità, schiva e distratta, appare sempre meno disposta a comprendere: esistono valori imperituri che rendono la sostanza di tutte le cose, sicura premessa di buone felicità, primi tra questi l'Amore, arcano fratello dalle membra incantate, e il ricordo, dalle cui trame nascono i fiori da seccare nei libri, ma soprattutto la parola, che nelle sue trasparenze sa farsi dono e primizia da dispensare sull'indifferenza del mondo come una storia antica che è sempre il momento di raccontare.


Ultimamente mi sono data alla lettura di diverse raccolte di poesie ed è sempre bello vedere come ogni autore renda le proprie poesie diverse da quelle degli altri. Spesso di crede che questo tipo di raccolta si somigli con le sue sorelle, ma oggi sono qui per dirvi che non è affatto vero. Quando la poesia è davvero frutto della passione di un autore, questo rende i suoi versi totalmente differente da quelli di tutti gli altri, seppur le tematiche possano essere simili. Come un buon romanzo, anche una poesia ha la forza di spiccare e differenziarsi da tutte le altre.
Silvia Sardini scrive come se stesse stendendo pennellate di colore su un foglio e, vi sembrerà strano da leggere, ma ogni poesia sembra avere il suo colore. Ci sono le poesie più brevi e lapidarie, che fanno arrivare un grigio cupo all'animo del lettore, poi ci sono quelle cariche di passione che colorano di magenta il cuore. I versi di Silvia sembrano provenire da un'era antica, sia per ciò che raccontano che per la forza con cui sprigionano il loro significato in chi li legge. L'autrice parla di amore, ma soprattutto di parole, promesse e valori.
Le poesie sono di varia lunghezza e sono caratterizzate dall'assenza di punteggiatura, che a parere mio le rende ancora più austere e pregne di valori nascosti. E' come se l'autrice chiedesse costantemente ai suoi lettori di andare oltre. Non ci sono punti né virgole perché è chi legge a doverle creare. Bisogna osservare tra le righe, immaginare le scene, immedesimarci nei protagonisti di ogni pennellata e godere di tutte le sensazioni che ci vengono regalate. La raccolta conta soltanto quindici poesie e trovo che questo bisogno di chiudere lapidariamente renda il tutto molto significativo. L'autrice non sembra volersi perdere in fronzoli, sembra voler dire al lettore: <<Questo è ciò che voglio darti, prenditene cura>>.
Come faccio goni volta che vi parlo di una raccolta di poesie, di seguito vi lascio quella che ho preferito:

Mai più sarò ciò che ieri era scritto
le statue si rompono al sale della tristezza

guardo questo diaframma tra me e le altre cose
e compongo comunque il mio inno alla vita

con queste parole soltanto

I cantastorie hanno tutti le scarpe un po' rotte
ed escono soli dai lati del mondo
quando poi se ne vanno al buio a morire


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