Buongiorno amici lettori! Scrivendo questo post mi sono resa conto che era dal 2016 che non andavo alla presentazione di un libro e me ne sono dispiaciuta perché credo che questo tipo di contenuto sia molto interessante da portare nel blog. Eppure, la cosa che mi fa ancora più strano credo sia il fatto che in questi anni qui a Perugia non sono stati pubblicizzati molti eventi di questo tipo. Sicuramente ne saranno stati fatti, però non mi sono giunti all'occhio/orecchio e quindi devo essermi persa qualche cosa. Va bè, non importa! La cosa importante è che oggi ho finalmente una nuova puntata di Alla scoperta di... da proporre nel blog!
Cosa è la Terra del Niente?
La Terra del Niente è il luogo in cui, secondo Nicodemo Gentile, finiscono tutte le persone scomparse che non sono mai state ritrovate e che vivono in un limbo tra vita e morte finché non si riesce a comprendere quale sia davvero la loro fine. Dal 1974 ad oggi sono circa 58.000 le persone scomparse ed il libro si incentra su dieci casi di persone mai ritrovate.
La narrazione nasce come metodo di sfogo: <<leggo per difendermi ed ho iniziato a scrivere per sfogarmi. Non dobbiamo mai pensare che le cose capitino sempre agli altri>>. Nicodemo Gentile dice che il suo libro è una vera e propria provocazione e ci ricorda che non dovremmo mai né godere né essere indifferenti al male che subiscono gli altri, perché la vita purtroppo non funziona come vorremmo: non sempre le cose accadono a tutti tranne che a noi.
Oggi si è abituati ad ironizzare sui social ed in TV sul tema del dolore, della morte e della cattiveria, ma questo comportamento è davvero spregevole. In questo mi trovo pienamente d'accordo con l'avvocato.
Il libro parte con un percorso di immedesimazione ed alla domanda 'Perché tutto ciò accade?' l'autore ricorda che i motivi che si nascondono dietro ad una scomparsa sono tanti. A volte potrebbe trattarsi di allontanamento volontario, altre di un obbligo o peggio ancora. Non tutte le scomparse però diventano a livello legale fatti veramente rilevanti perché se questi accadimenti vengono etichettati come allontanamento volontario, allora le ricerche vengono interrotte.
Nel libro l'autore parla di persone mai ritrovate, di omicidi senza cadavere che sono i più brutali perché non si ha corpo e le persone non riescono ad immedesimarsi nella situazione. Il fatto che non ci siano corpi da 'osservare' non causa un vero e proprio allarme nelle persone esterne. Le persone che incappano in queste vicende non vengono ricordare e a volte sembra che per le altre persone non abbiano davvero sofferto.
Nel volume si parla anche del lato B delle scomparse, ovvero di tutti quei casi in cui il corpo viene ritrovato ma non è mai stato identificato.
Cosa accade nelle famiglie delle persone scomparse?
L'avvocato si è concentrato su un aspetto molto complesso riguardante le famiglie che hanno subito una scomparsa. Esse vivono in una costante situazione di dolore sospeso chiamata 'lutto congelato'. Il paradosso è che si arriva ad invidiare addirittura quelle famiglie i cui scomparsi sono stati ritrovati morti, perché anche se con il lutto almeno il cerchio si chiude. Vivere con il pensiero costante di non sapere dove una persona possa essere o che fine possa aver fatto causa una sorta di sosta temporale all'interno delle case in cui quelle persone vivevano: il tempo continuerà a scorrere per tutti e tutto, ma in modo molto diverso perché nelle stanze in cui gli scomparsi passavano del tempo, tutte le loro cose rimangono immutate e non vengono nemmeno spostate.
<<Sono molte le famiglie di scomparsi che ho visitato>> dice Nicodemo Gentile <<e vi assicuro che sono tutte uguali. Il tempo è rotto in tutte allo stesso modo, Si tratta di tempo senza tempo>>. Gli specialisti dicono che per ogni persona scomparsa ci sono almeno altre sette persone in disperazione.
La cosa più importante è che le famiglie di queste persone avvisino subito le autorità (non è vera quella storia che si devono attendere per forza 48 ore prima di cominciare le ricerche di un maggiorenne scomparso) e siano sempre oneste con loro. Spesso i familiari di una persona che si è allontanata da casa hanno paura di metterla in ridicolo parlando delle sue debolezze, ma in realtà ogni cosa è fondamentale per le ricerche. In questo caso, sono le autorità che dovrebbero riuscire a mettere sempre a loro agio chi corre alla ricerca di aiuto.
ALTRE DOMANDE POSTE ALL'AUTORE
- C'è un caso che ha particolarmente a cuore tra quelli trattati nel libro?
L'autore afferma di essere particolarmente legato ad un caso al quale tutt'ora sta lavorando: quello di Roberta Ragusa. Su di lei si sofferma a parlare per molto tempo ed ai suoi spettatori mostra immagini, video e testimonianze che avvalorano la sua tesi secondo la quale Roberta non può essersi allontanata volontariamente dalla sua casa, sopratutto visto il grande amore dimostrato verso i figli.
Parlando di questo caso viene fuori per la prima volta il concetto di autopsia psicologica. Come si fa a ricostruire i pensieri di una persona che non è mai stata ritrovata? Si tratta di un processo lungo e molto difficile, che fa affidamento su documenti originali scritti dalla vittima ed altre testimonianze fisiche che gli esperti studiano a lungo e dai quali riescono a tornare indietro fino a ricostruire una quanto più possibile accurata descrizione della persona scomparsa e dei suoi pensieri.
- Nel libro si parla di utilizzo di GPS per le persone che hanno difficoltà ad orientarsi o hanno problemi di memoria. In che modo l'uso di questo apparecchio potrebbe limitarne le scomparse?
Gli anziani e i minori non accompagnati, afferma Nicodemo Gentile, sono gli individui più a rischio di scomparsa. L'idea di dotarli di un dispositivo GPS è utile in quanto se necessario si può monitorare i loro percorsi. In questo modo è più facile comprendere se hanno avuto degli sbandamenti, dei problemi che li costringono a girare a vuoto o in direzioni strane. L'uso di questi apparecchi può essere utile per comprendere i movimenti di questi individui ed arginarne le scomparse.
- I primi momenti della scomparsa sono i più importanti, ma perché a volte non bastano?
L'avvocato si sofferma su diversi aspetti per rispondere a questa domanda. Il primo è una nuova provocazione: spesso non si da importanza a questi tragici avvenimenti, altre volte le persone si lasciano abbindolare dalla famosa leggenda delle quarantotto ore.
Più spesso, però, accade semplicemente che nonostante le ore di pattugliamento e ricerca, una persona non viene ritrovata. Non è una cosa che viene fatta a posta o con cattiveria, ma a volte accade che anche se un corpo si trova vicino alla sua casa, le ricerche non portano a buoni risultati. Le cause possono essere molte: il buio, il tempo, la mancanza di tracce (eccetera). A volte capita che contadini, cercatori di funghi o cacciatori trovino gli scomparsi al posto delle autorità perché, come accade per ogni cosa, quando non si cerca qualcosa è paradossalmente più facile trovarlo.
*il libro è autografato a mia mamma perché lo ha preso lei*
Con questo ho finito!
Cosa ne pensate di questo tema? Pensate di leggere il libro?
Fatemi sapere!
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