Chi sono?


io Mi chiamo Ilenia e sono una ragazza umbra estremamente curiosa, amante degli animali, della natura, delle scienze, del cibo, dei giochi da tavola/videogiochi e dei libri. Amo leggerli, viverli e respirarli. Non ho un genere preferito ed ho sempre pensato che cercare di abbracciare la lettura nel suo insieme sia un enorme pregio. Ammetto, però, di avere qualche difficoltà con alcuni generi, come gli erotici, gli storici e i gialli (che leggo più raramente rispetto agli altri). In questo blog scrivo della mia passione librosa, con recensioni e rubriche. Che altro posso dirvi di me? Sono laureata in Lingue e culture straniere e in Scienze socioantropologiche per l'integrazione e la sicurezza sociale. Non so ancora come sarà il mio futuro, ma sono molto determinata a scoprirlo. Ho la sfortuna nel sangue, ma cerco di sorridere alla vita!
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lunedì 13 settembre 2021

Alla scoperta di... | 'Note stonate di un carillon nella notte' di Federico Mazzi

Buongiorno amici e lettori! Oggi in molte parti d'Italia ricomincia la scuola, quindi voglio per prima cosa fare un grande in bocca al lupo a tutti gli studenti che oggi rientrano in classe. Spero che questo anno sarà in grado di portarvi tante belle esperienze e utili informazioni!
Il tema principale di questa giornata, però, qui nel blog è un libro che ancora non è uscito, ma vedrete presto su BookABook in quanto ha già superato l'obiettivo del crowfunding (trovate il libro in preordine qui). 
A fine Agosto ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione di Note stonate di un carillon nella notte, scritto da Federico Mazzi ed ambientato nella mia città: Perugia. E' stata proprio l'ambientazione (insieme all'idea di un commissario con il donca) a spingere il mio interesse verso questa storia. Creando un personaggio totalmente perugino l'autore è riuscito ad attirare la mia attenzione nonostante il poliziesco non rientri tra i generi che preferisco.


L'INTERVISTA ALL'AUTORE


- Come sei arrivato a scrivere il romanzo? A questa prima domanda Federico risponde con un aneddoto davvero simpatico ed interessante, facendo un tuffo nel passato: da piccolo la sua abilità nella scrittura era davvero scarsa. Soltanto nel periodo del liceo ha iniziato a cimentarsi seriamente in questa attività, migliorando costantemente grazie ad un professore che ha scaturito in lui l'inaspettata passione per la scrittura. Ad oggi i suoi scritti sono fortemente influenzati dalla sua professione forense che gli ha permesso di apprendere e solidificare uno stile chiaro ed asciutto.
La storia del commissario Martelli ha raggiunto le pagine durante il secondo lockdown, abbandonando per sempre il cassetto in cui era stata chiusa da tempo.


- Da dove deriva la scelta di una location così inusuale? Il libro è totalmente ambientato nel perugino e l'autore ha sottolineato l'importanza - a suo parere - di conoscere bene i luoghi di cui si scrive; solo in questo modo ci si può davvero immedesimare nell'animo dei personaggi, nello stile di vita, nello scenario perfetto. La cosa più curiosa è stata la domanda che Federico si è posto durante il processo di scrittura: perché Perugia non può avere il suo commissario, così come tante altre città famose? Ripercorrendo i luoghi che abitualmente visita in compagnia della sua bici, l'autore vuole dare visibilità a posti spesso sottovalutati, ma che vale la pena conoscere.


- A cosa ti sei ispirato per la creazione dei personaggi? Qui l'autore risponde in modo sorprendentemente sincero: il genere poliziesco presenta più o meno sempre le stesse tipologie di personaggio, quindi in realtà il suo non è stato un inventare, ma un riproporre. Tutti gli archetipi del genere sono stati presi e collocati in Note stonate di un carillon della notte per poi essere caratterizzati con i tipici tratti dei cittadini perugini.


- Il tuo libro è stato influenzato dall'esistenza di Internet? Una domanda che sin da subito si presenta complessa, elaborata e a doppio taglio. Quello di internet è sempre stato e sarà sempre un argomento spinoso, perché ci sono tanti modi per utilizzarlo e non tutti sono positivi. Nel caso di Federico, internet non ha influenzato la storia in sé, ma è stato certamente utile per permetterne la pubblicazione. Senza questo mezzo, infatti, sarebbe stato impossibile raggiungere un editore come BookaBook.


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Che dite, vi ispira questo libro?
Siete mai stati a Perugia? Fatemelo sapere con un commento!

lunedì 19 aprile 2021

Lascia un libro, prendi un libro

 Buongiorno lettori e buon lunedì! Oggi è una giornata intensa per me, perché ho da fare alcune cose per l'università. Prima però ho deciso di parlarvi di un progetto che mi è stato segnalato qualche tempo fa e che mi è sembrato davvero super interessante. Si tratta di Lascia un libro, prendi un libro, un bookcrossing tutto italiano ed attivo in moltissime città della penisola.

"Parte dalla Sicilia la prima rete nazionale italiana per il recupero e la condivisione gratuita dei libri. A crearla è stato il poliedrico belpassese Giuseppe Rapisarda, laureato in chimica, con una grande passione per i viaggi e per la salvaguardia dell'ambiente. Il progetto, denominato Lascia un libro, prendi un libro, ha lo scopo di rendere capillarmente disponibili sul territorio ed in forma gratuita, quanti più libri possibili. Ciò viene realizzato in diversi modi, liberando e rendendo disponibili, libri che da anni sostano dormienti ed impolverati nelle varie librerie e recuperando quei libri destinati al macero.
Ad oggi, questo progetto, totalmente gratuito in ogni sua parte, ha messo in circolo più di 150.000 libri, distribuiti in oltre 600 punti di recupero e condivisione gratuita, di 200 città, appartenenti a 70 province, di tutte le regioni italiane. Il progetto piace e fa registrare continuamente nuove adesioni. Una peculiarità di questo progetto è che la maggior parte dei punti libro si trovano all'interno di edifici, di negozi o di associazioni, pertanto i libri sono sempre protetti dai vandali e dalle intemperie.
Il progetto vuole allargare sempre di più questa Biblioteca Diffusa sul territorio, per rendere capillarmente disponibili i libri nei luoghi della quotidianità delle persone. Cosi è facile trovare dei libri nei panifici, nei bar, dai parrucchieri, negli studi medici, nelle ferramenta, nelle ludoteche, negli hotel, nelle agenzie di viaggio, etc. Negli orari di apertura delle biblioteche comunali, molte persone sono occupate al lavoro, pertanto trovano estremamente utile trovare dei libri disponibili nel negozio aperto sotto casa. Ovunque può essere allestito un punto libri, basta mettere a disposizione un piccolo spazio
su cui alloggiare dei libri, ad arricchirlo di validi testi ci penseranno i lettori. Qualsiasi libro, tranne i testi scolastici e le enciclopedie.
Esiste una sola regola, per prendere un libro, bisogna lasciarne un altro. Non c'è nessun obbligo di restituzione del libro scambiato, ne di registrazione del testo o del lettore.
Questo progetto, completamente gratuito in ogni sua parte, è anche un modello etico culturale che educa alla solidarietà, al rispetto dei beni comuni, al rispetto per l'ambiente, al recupero e al riuso delle risorse."




Ho pensato di segnalarvi questa iniziativa perché mi è sembrata davvero utile, carina ed interessante. Per qualsiasi altra informazione, potete contattare la pagina Instagram o la pagina Facebook, dove tra l'altro troverete anche una mappa virtuale ed interattiva dove sono segnalati tutti i punti in cui si possono trovare le mini biblioteche!



Fatemi sapere se conoscevate questa iniziativa!

venerdì 28 febbraio 2020

Presentazione 'Abbi cura di me' di Simone Cristicchi | Perugia, 17/02/2020

Carissimi amici, ben ritrovati nel blog! Oggi voglio parlarvi del mio incontro con Simone Cristicchi, avvenuto il 17 Febbraio. Solitamente quando vi parlo di presentazioni di libri, lascio un piccolissimo spazio finale per la foto con l'autore, invece questa volta ho deciso di partire proprio da questo perché per me incontrare Cristicchi è stato un sogno. Seguo questo splendido e poliedrico artista da quando ho dieci anni e non ho mai smesso di considerarlo un poeta, un esempio. Poterlo incontrare, potergli parlare, è stata per me un'emozione fortissima e sono felicissima di aver avuto questa opportunità. E' un'emozione che non dimenticherò mai e questo anche grazie alla sua gentilezza, al suo calore, ai suoi occhi colmi di amore.

Dopo questa premessa, passo finalmente al succo dell'incontro: la presentazione di Abbi cura di me, biografia scritta da Simone in collaborazione con il giornalista Massimo Orlandi. In questo libro, Cristicchi ci svela un po' della sua vita e qui di seguito vi lascio le domande che gli sono state poste durante la presentazione.

Quanto è importante il silenzio nella società del frastuono? La risposta di Simone è quasi immediata e ci fa per prima cosa concentrare su quello che è il nostro più grande ostacolo al silenzio: la digifrenia, ovvero il bisogno di interrompere costantemente ciò ce stiamo facendo per controllare i nostri dispositivi non appena emettono un suono; tutto compreso il silenzio. Quest'ultimo è in realtà un grande contenitore di rumore, perché al suo interno ci sono tutti i nostri pensieri e molto spesso ci troviamo in difficoltà ad affrontare la nostra stessa mente. La disattenzione è uno dei problemi sociali più grandi di oggi e se la parola attenzione indica il 'volgere la propria anima verso qualcosa', allora abbi cura di me significa chiedere attenzione. Secondo un detto Buddista l'attenzione è la strada per l'immortalità.

Nel libro racconti di diversi incontri, ma qual é quello che ha pesato di più nella tua crescita artistica? Simone risponde partendo dalla morte di suo padre e di un sé bambino che, per smaltire la sua rabbia, ha iniziato a disegnare e scrivere. I suoi disegni imitavano quelli di Benito Franco Jacovitti, un fumettista. Un giorno Simone decide di mostrare i suoi schizzi a questo artista che, inaspettatamente, lo sgrida e gli dice che non è copiando gli altri che si diventa artista, ma trovando la propria unicità. Successivamente il fumettista lo ha preso sotto la sua ala ed è diventato come un secondo padre per Simone, sino alla sua morte. L'incontro con questo artista ha permesso a Cristicchi di imparare una grande lezione: siamo tutti unici ed essere unici è la nostra verità, la nostra vita.

Cos'è per te la felicità? Simone risponde dicendo di aver dedicato gli ultimi anni della sua vita a cercare una risposta a questa domanda, creando anche uno spettacolo attualmente attivo in tutta Italia. Ha chiesto a molte persone cosa fosse secondo loro la felicità ed ha ottenuto risposte tutte diverse. Simone sostiene di essere felice nel momento in cui, come un albero che regala i suoi frutti, riesce a creare qualcosa che riesca a sfamare qualcuno. Felicità è essere umili e saper dire grazie.

Cosa ha prodotto in te la consapevolezza di aver restituito alla storia la pagina dimenticata di foibe ed esuli? Simone risponde raccontando il modo in cui è venuto a conoscenza del Magazzino 18 di Trieste, l'emozione provata e l'idea, suggeritagli dal magazziniere, di costruirci su uno spettacolo. Spettacolo che, contro ogni aspettativa, già nella sua prima messa in scena nel 2013 ha riscosso enorme successo. Tutt'oggi è il suo spettacolo più riprodotto. Questa esperienza ha permesso a Simone di comprendere che a volte da una piccolissima emozione si può creare qualcosa di grande.

Nella biografia racconti di luoghi importanti, tra cui al primo posto Trieste. C'è un posto che ti emoziona particolarmente di quella città, puoi parlarcene? Simone racconta di una statua rappresentante due innamorati che si baciano, situazione che nella realtà non è mai potuta accadere perché il ragazzo rappresentato è stato ucciso in tempo nazista nell'unico campo italiano avente un forno crematorio. La statua è simbolicamente un ricordo di quanto è bello l'amore, di quanto è forte ed importante.

Raccontaci dei silenzi trovati nei manicomi d'italia. Quanto è sottile la differenza tra follia e umanità? Simone racconta della sua prima, devastante esperienza in visita ad un manicomio nel 2006. Da quella visita, rimasto scioccato, ha capito che le persone di alcuni reparti sono semplicemente dimenticate. E' come se non esistessero e questo non è concepibile, sopratutto perché ancora oggi esistono luoghi simili, seppur ben mascherati da facciate pulite. In un manicomio scopre un paziente che ogni giorno regala una rosa ad un'infermiera e da lì parte l'idea di scrivere la canzone Ti regalerò una rosa.  Per quanto riguarda la follia, bisogna ricordarsi sempre di distinguere tra follia, un concetto quasi filosofico, e malattia mentale perché quest'ultima è una malattia bruttissima, che causa tanto dolore. La malattia mentale ci fa paura perché sappiamo che tutti potremmo cascarci, anche quando non ce lo aspettiamo.

Qual è l'insegnamento più importante che ci insegna lo spirito delle masserizie? Oltre all'undicesimo comandamento, ovvero non dimenticare, la storia degli esuli ci dona un insegnamento importantissimo: la dignità. La storia dell'esodo è una storia di resurrezione, dove ci si aggrappa ad ogni forza per ricominciare, pur lasciandosi tutto alle spalle. Senza lamentarsi.

Questo è tutto, carissimi lettori! 
Voi conoscete Simone Cristicchi?

sabato 25 maggio 2019

Salone del Libro 2019 | Alessia Gazzola presenta 'Lena e la tempesta'

Buongiorno amici lettori! Giuro che non sono morta. In questa ultima settimana mi sono dovuta dedicare interamente alla tesi e finalmente sono arrivata ad un punto di arrivo, quindi ora ho del tempo per dedicarmi a me, al blog e a tutto il resto. 
A partire da oggi nel blog andranno online alcuni post dedicati alla mia esperienza al Salone del Libro di Torino. Questo è stato il primo anno in cui mi sono dedicata principalmente a panel ed eventi, quindi ho provato un'esperienza tutta nuova. So che è già passato un po' dalla fine del Salone, ma non ho davvero avuto tempo prima per mettermi a scrivere, quindi spero siate comunque contenti di leggere questi post nonostante lo scoppio ritardato!!!


10/5/2019
Presentata da Tegamini, Alessia Gazzola ha esordito con quello che è il tema principale del libro dedicato a Lena: i segreti. L'idea di questo volume è nata sentendo una notizia alla radio, in cui il radiofonista annunciava che ogni persona possiede almeno tredici segreti, cinque dei quali sono inconfessabili. Il libro, si intuisce, è pieno di segreti, misteri e sospetti.
Lena è una protagonista molto particolare e diversa dal solito. In lei non si trovano le caratteristiche classiche delle protagoniste presenti nei libri rosa; non è radiosa né brillante né si porta dietro una leggera sfortuna a renderla amorevole agli occhi del lettore. Lena porta con sé una zona d'ombra ed è una sorta di Iceberg, inoltre non aspetta che qualcuno la salvi dalla sua situazione. Si salva da sola e nonostante ci sia un 'lieto fine' anche per lei, in realtà questa fine è totalmente differente dagli schemi.
Lena ha problemi di comunicazione e nel suo passato sono capitati degli eventi ai quali non è riuscita ad adattarsi realmente. Questo si riflette nella sua vita, che improvvisamente diviene piena di dubbi e problemi. Anche la sua carriera di illustratrice affermata ne risente e sembrerebbe che soltanto una figura riesca in qualche modo a farle riassaporare il sapore della curiosità e della vita: una bambina. Quest'ultima riesce a sorprendere Lena ed il lettore, mostrando una visione della vita che soltanto un bambino può avere e che Lena (e forse anche noi) ha dimenticato.
Accanto a Lena troviamo una madre che rappresenta il controcanto buffo della storia ed è il personaggio più divertente del libro. Più avanti si avrà anche una storia d'amore, ma non uguale alle classiche storie in cui il desiderio si sovrappone a tutti gli altri sentimenti. Questa storia d'amore è piena di cose non dette. E' una sorta di danza tra due tazzine sbeccate che cercano di comprendere cosa dire l'una all'altra senza scoprirsi troppo.
In questo libro tutti i personaggi, compresi i bambini, condividono la realtà dei segreti e sta al lettore scavare a fondo ed accompagnare tutti questi personaggi fino a scoprire cosa celano. Questo tema cardine non è affatto semplice, ma Alessia Gazzola assicura che nonostante la difficoltà delle tematiche trattate lei non ha perso il suo tocco divertente. Per lei è troppo importante che la lettura sia una forma di intrattenimento e, come tale, deve far stare bene il lettore anche quando i temi sono difficili da trattare. Ovviamente, il tutto sempre senza sminuire o rendere superficiale un argomento.
La cosa che più ha incuriosito di questa chiacchierata con l'autrice è come lei si sia sentita quasi in colpa nello scrivere questa storia. Parlando di cose drammatiche da lei mai vissute si è sentita come se stesse violando la privacy di qualcuno e stesse dicendo cose che fossero troppo lontane da lei e di cui non avesse il diritto di parlare. In questo libro Alessia Gazzola ha inserito tutto ciò che non avrebbe mai pensato di mettere in una storia ed è proprio questo che la rende particolare più delle altre.

DOMANDE POSTE DAL PUBBLICO

-Da medico legale ad illustratrice. Passo avanti o passo indietro?
Alessia Gazzola ha risposto senza pensare un momento che non si tratta né di un passo avanti né di un passo indietro. Semplicemente Lena ha un'altra vita rispetto ad Alice e per lei l'autrice ha riservato qualcosa di diverso che non può essere paragonato ad altro. (Faccio una piccola parentesi per dirvi che non potete immaginare quanto io abbia apprezzato questa risposta)

-In questo libro c'è più perfezione o leggerezza?
Di perfezione, a detta dell'autrice, in questo libro c'è davvero poco perché Lena si vede decisamente imperfetta. Di leggerezza, se essa è vista come sorvolare sopra le cose, ce ne è tanta. Questo perché, come già detto sopra, l'autrice è molto legata all'unione tra lettura ed intrattenimento.

-Perché nei tuoi libri parli poco della Sicilia?
A questa domanda dettata dalla curiosità sulle origini dell'autrice, Alessia Gazzola risponde che per lei è davvero difficile immaginare di inserire la Sicilia in un libro. Questo perché quest'isola non potrebbe mai essere uno sfondo, ma prenderebbe parte integrante nella storia. Il 'problema' della Sicilia è proprio questo: diventa anch'essa protagonista. In Lena e la tempesta l'autrice ha inserito un'isola a metà tra lo scenario siciliano e quello di altre isole, ma si tratta di un luogo inventato. Già così l'isola appare quasi come un personaggio a se stante, cosa che sarebbe ancora più marcata se si parlasse proprio di Sicilia.

-C'è un aspetto caratteriale di te in Lena?
L'autrice si vede molto distante da Lena. Ovviamente in tutte le sue protagoniste ha inserito parte del suo carattere, ma anche se in Lena ha ricalcato un po' il suo rapporto personale con l'isola e l'esistenza di alcuni momenti di disagio/malinconia, Alessia Gazzola sente Lena come una persona estremamente distante da lei.


Devo dire che conoscere Alessia è stata una bella esperienza e 
leggerò sicuramente il suo Lena e la tempesta.
Voi avete letto qualcosa di questa autrice? Fatemi sapere!

venerdì 19 aprile 2019

Alla scoperta di... 'Nella Terra del Niente' di Nicodemo Gentile (Perugia, 10/04/2019)

Buongiorno amici lettori! Scrivendo questo post mi sono resa conto che era dal 2016 che non andavo alla presentazione di un libro e me ne sono dispiaciuta perché credo che questo tipo di contenuto sia molto interessante da portare nel blog. Eppure, la cosa che mi fa ancora più strano credo sia il fatto che in questi anni qui a Perugia non sono stati pubblicizzati molti eventi di questo tipo. Sicuramente ne saranno stati fatti, però non mi sono giunti all'occhio/orecchio e quindi devo essermi persa qualche cosa. Va bè, non importa! La cosa importante è che oggi ho finalmente una nuova puntata di Alla scoperta di... da proporre nel blog!

Cosa è la Terra del Niente?
La Terra del Niente è il luogo in cui, secondo Nicodemo Gentile, finiscono tutte le persone scomparse che non sono mai state ritrovate e che vivono in un limbo tra vita e morte finché non si riesce a comprendere quale sia davvero la loro fine. Dal 1974 ad oggi sono circa 58.000 le persone scomparse ed il libro si incentra su dieci casi di persone mai ritrovate.
La narrazione nasce come metodo di sfogo: <<leggo per difendermi ed ho iniziato a scrivere per sfogarmi. Non dobbiamo mai pensare che le cose capitino sempre agli altri>>. Nicodemo Gentile dice che il suo libro è una vera e propria provocazione e ci ricorda che non dovremmo mai né godere né essere indifferenti al male che subiscono gli altri, perché la vita purtroppo non funziona come vorremmo: non sempre le cose accadono a tutti tranne che a noi.
Oggi si è abituati ad ironizzare sui social ed in TV sul tema del dolore, della morte e della cattiveria, ma questo comportamento è davvero spregevole. In questo mi trovo pienamente d'accordo con l'avvocato.
Il libro parte con un percorso di immedesimazione ed alla domanda 'Perché tutto ciò accade?'  l'autore ricorda che i motivi che si nascondono dietro ad una scomparsa sono tanti. A volte potrebbe trattarsi di allontanamento volontario, altre di un obbligo o peggio ancora. Non tutte le scomparse però diventano a livello legale fatti veramente rilevanti perché se questi accadimenti vengono etichettati come allontanamento volontario, allora le ricerche vengono interrotte.
Nel libro l'autore parla di persone mai ritrovate, di omicidi senza cadavere che sono i più brutali perché non si ha corpo e le persone non riescono ad immedesimarsi nella situazione. Il fatto che non ci siano corpi da 'osservare' non causa un vero e proprio allarme nelle persone esterne. Le persone che incappano in queste vicende non vengono ricordare e a volte sembra che per le altre persone non abbiano davvero sofferto.
Nel volume si parla anche del lato B delle scomparse, ovvero di tutti quei casi in cui il corpo viene ritrovato ma non è mai stato identificato.

Cosa accade nelle famiglie delle persone scomparse?
L'avvocato si è concentrato su un aspetto molto complesso riguardante le famiglie che hanno subito una scomparsa. Esse vivono in una costante situazione di dolore sospeso chiamata 'lutto congelato'. Il paradosso è che si arriva ad invidiare addirittura quelle famiglie i cui scomparsi sono stati ritrovati morti, perché anche se con il lutto almeno il cerchio si chiude. Vivere con il pensiero costante di non sapere dove una persona possa essere o che fine possa aver fatto causa una sorta di sosta temporale all'interno delle case in cui quelle persone vivevano: il tempo continuerà a scorrere per tutti e tutto, ma in modo molto diverso perché nelle stanze in cui gli scomparsi passavano del tempo, tutte le loro cose rimangono immutate e non vengono nemmeno spostate.
<<Sono molte le famiglie di scomparsi che ho visitato>> dice Nicodemo Gentile <<e vi assicuro che sono tutte uguali. Il tempo è rotto in tutte allo stesso modo, Si tratta di tempo senza tempo>>. Gli specialisti dicono che per ogni persona scomparsa ci sono almeno altre sette persone in disperazione.
La cosa più importante è che le famiglie di queste persone avvisino subito le autorità (non è vera quella storia che si devono attendere per forza 48 ore prima di cominciare le ricerche di un maggiorenne scomparso) e siano sempre oneste con loro. Spesso i familiari di una persona che si è allontanata da casa hanno paura di metterla in ridicolo parlando delle sue debolezze, ma in realtà ogni cosa è fondamentale per le ricerche. In questo caso, sono le autorità che dovrebbero riuscire a mettere sempre a loro agio chi corre alla ricerca di aiuto.

ALTRE DOMANDE POSTE ALL'AUTORE

- C'è un caso che ha particolarmente a cuore tra quelli trattati nel libro?
L'autore afferma di essere particolarmente legato ad un caso al quale tutt'ora sta lavorando: quello di Roberta Ragusa. Su di lei si sofferma a parlare per molto tempo ed ai suoi spettatori mostra immagini, video e testimonianze che avvalorano la sua tesi secondo la quale Roberta non può essersi allontanata volontariamente dalla sua casa, sopratutto visto il grande amore dimostrato verso i figli.
Parlando di questo caso viene fuori per la prima volta il concetto di autopsia psicologica. Come si fa a ricostruire i pensieri di una persona che non è mai stata ritrovata? Si tratta di un processo lungo e molto difficile, che fa affidamento su documenti originali scritti dalla vittima ed altre testimonianze fisiche che gli esperti studiano a lungo e dai quali riescono a tornare indietro fino a ricostruire una quanto più possibile accurata descrizione della persona scomparsa e dei suoi pensieri.

- Nel libro si parla di utilizzo di GPS per le persone che hanno difficoltà ad orientarsi o hanno problemi di memoria. In che modo l'uso di questo apparecchio potrebbe limitarne le scomparse?
Gli anziani e i minori non accompagnati, afferma Nicodemo Gentile, sono gli individui più a rischio di scomparsa. L'idea di dotarli di un dispositivo GPS è utile in quanto se necessario si può monitorare i loro percorsi. In questo modo è più facile comprendere se hanno avuto degli sbandamenti, dei problemi che li costringono a girare a vuoto o in direzioni strane. L'uso di questi apparecchi può essere utile per comprendere i movimenti di questi individui ed arginarne le scomparse.

- I primi momenti della scomparsa sono i più importanti, ma perché a volte non bastano?
L'avvocato si sofferma su diversi aspetti per rispondere a questa domanda. Il primo è una nuova provocazione: spesso non si da importanza a questi tragici avvenimenti, altre volte le persone si lasciano abbindolare dalla famosa leggenda delle quarantotto ore.
Più spesso, però, accade semplicemente che nonostante le ore di pattugliamento e ricerca, una persona non viene ritrovata. Non è una cosa che viene fatta a posta o con cattiveria, ma a volte accade che anche se un corpo si trova vicino alla sua casa, le ricerche non portano a buoni risultati. Le cause possono essere molte: il buio, il tempo, la mancanza di tracce (eccetera). A volte capita che contadini, cercatori di funghi o cacciatori trovino gli scomparsi al posto delle autorità perché, come accade per ogni cosa, quando non si cerca qualcosa è paradossalmente più facile trovarlo.

*il libro è autografato a mia mamma perché lo ha preso lei*

Con questo ho finito!
Cosa ne pensate di questo tema? Pensate di leggere il libro?
Fatemi sapere!

martedì 15 novembre 2016

Alla scoperta di: 'Adesso' di Chiara Gamberale (Perugia, 20/10/2016)

Buongiorno lettori! Come vi avevo già accennato nella pagina Facebook del blog, ad Ottobre ho avuto occasione di incontrare Chiara Gamberale grazie ad un evento organizzato nella mia bella Perugia. E' stato un incontro piuttosto articolato e lungo (quasi tre ore!!!), ma è stato molto bello assistere alla presentazione dei vari libri dell'autrice, tra cui, ovviamente, il suo ultimo romanzo 'Adesso'. Inoltre, Chiara ha detto che questa di Perugia è stata una delle accoglienze migliori che ha ricevuto in ambito di presentazioni, quindi sono ancora più fiera della mia città!!!
Ci ho messo un secolo a scrivere questo post, a causa dei vari motivi che vi ho spiegato ieri nel post del ritorno. In ogni caso, finalmente, qui di seguito vi racconto un po' come è andata la presentazione e vi lascio qualche foto random che ha segnato la giornata!

*io e mamma in attesa di poter entrare nella sala*

La presentazione si è divisa in varie fasi. Nella prima c'è stato un discorso generale sullo stile dell'autrice e sono state riprese alcune delle sue opere precedenti. Di Chiara Gamberale è stata specificata la sua capacità di sorprendere i lettori attraverso una narrazione semplice e reale e l'inserimento di colpi di scena prevalentemente alla fine dei libri, capaci di creare una forte eco che lascia stupito il lettore. Si è parlato anche di 'Una vita sottile', primo romanzo scritto dall'autrice, 'La zona cieca' e 'La luce nelle case degli altri'. Per omaggiare quest'ultimo libro sono stati montati dei video, alternati ad alcune scene recitate da degli attori. Devo dire che mi è piaciuto molto questo voler entrare all'interno della storia attraverso mezzi che non avevo mai visto utilizzare ad una presentazione. E' stato parecchio intrigante conoscere la protagonista del romanzo grazie ai bravissimi attori e ad un breve video che ha permesso di vedere la storia da una diversa prospettiva. Non voglio, però, soffermarmi troppo su questo e vorrei passare all'argomento principale di questo post: 'Adesso'.

Cos'è 'Adesso'?

Aiutandosi con l'aiuto di un ragazzo che leggeva alcuni estratti tratti dal libro (e che, personalmente, mi ha davvero emozionata), Chiara Gamberale ci ha spiegato cos'è per lei l'adesso. Si tratta del momento dell'innamoramento, del cambiamento e l'autrice ci tiene a far riflettere sull'idea utipica di una società che non viva correndo, ma soffermandosi sulle cose belle come l'amore, riuscendo a viverle appieno.
In questo libro ci sono delle scene un po' da film, che ricordano quanto anche il mondo esterno alla scrittura (come i film) influenzi una parte del suo modo di scrivere e pensare. Secondo l'autrice, ci sono persone che hanno bisogno di immagini surreali e fantastiche per sfuggire a quelle statiche e quasi spaventose della vita reale. E' importante soffermarsi su quale sia il modo in cui le persone osservano e guardano la vita, perché è proprio questo che permette di innamorarsi. Nella prima parte della storia, Chiara si sofferma sull'atto dell'innamoramento, nella seconda su quello dello stare insieme,
In 'Adesso', inoltre, l'autrice compie un cambio di stile, concentrandosi sul quanto sia difficile riuscire a far parlare dall' 'interno' i personaggi, che si dimostrano inquieti. Questo tentativo di entrare nei personaggi si vede anche nel fatto che le prime dieci pagine del romanzo risultano quasi del tutto incomprensibili e fanno un po' da cornice al resto della storia. Il tentativo viene sottolineato anche dai repentini cambi di font e dalla scelta della copertina stessa, in cui non è del tutto comprensibile se i due protagonisti stanno cadendo o volando, né se sono felici o terrorizzati da questa situazione.
Altra cosa particolare di questo volume, è la presenza di due personaggi che sono già stati affrontati in altri due libri precedenti e di un nuovo personaggio (Pietro) che viene inserito attraverso la descrizione di piccoli particolari.

*io e Chiara Gamberale*

Altre domande che i lettori hanno posto all'autrice:

- Nonostante la fragilità della vita, esiste un posto sicuro?
L'autrice sottolinea che tutti siamo alla ricerca di un posto, nella nostra vita, che possa essere chiamato 'casa', perché è proprio ciò che consideriamo casa che ci dona la sicurezza e la protezione di cui abbiamo bisogno.

- In 'Adesso', i due ex amanti hanno un rapporto ancora familiare. Questo è possibile nella realtà?
Secondo Chiara è possibile perché lei non conosce persone che dopo essersi lasciate si siano realmente allontanate del tutto, senza più esistere l'una per l'altra. Sicuramente questo allontanamento è ancora più difficile se ci sono dei figli a tenere unita una coppia. 
Esistono persone molto importanti che appaiono nella nostra vita e, a volte, se ne vanno. E' importante riuscire a lavorare sulla rabbia che si prova verso queste persone, per non perderle mai del tutto.

- Qual è la qualità più importante per uno scrittore? Consiglieresti questa professione a dei ragazzi?
Per prima cosa, l'autrice si sofferma sulla passione. E' fondamentale fare un lavoro perché si ha passione verso di esso. Se questa qualità e presente, allora ciò che si fa e, nel caso dello scrittore, ciò che si scrive, viene davvero apprezzato.
Secondariamente, Chiara ha parlato brevemente del fatto che ad oggi la professione dello scrittore stia perdendo la sua funzione di sfogo per l'anima e stia diventando un qualcosa quasi di moda, solo per il gusto di avere fama.

*La copia di 'Adesso' autografata a mia madre a sinistra e la copia di 'Per dieci minuti' autografata a me a destra'

Scusate il mega post, ma avevo davvero tante cose da scrivere!
Voi avete letto qualche libro di questa autrice?

martedì 4 ottobre 2016

Alla scoperta di: 'L'altro regno di Elle' di Elisa Zetti (Perugia, 30/09/2016)

Buongiorno lettori! Come vi avevo accennato pochi giorni fa sulla pagina Facebook collegata al blog, venerdì scorso sono stata alla presentazione del primo libro di una mia concittadina che ho avuto il piacere di conoscere alla Feltrinelli di Perugia. C'è qualcosa di speciale, per me, nel partecipare alla presentazione di un libro. E' un po' come iniziare a vedere il mondo sapendo qualcosa di più, come se quel libro entrasse a far parte in modo molto più profondo nella mia vita. Quindi, potete soltanto immaginare il piacere di scoprire un'autrice così giovane e, sopratutto, della mia stessa città. Ogni volta che leggo 'nata/o a Perugia' sulla biografia di un autore mi viene da sorridere, perché mi fa davvero piacere.

*Al centro Elisa Zetti, a sinistra il vicesindaco e a destra il presidente dell'associazione Laboratorio Magione*

Puntuale come sempre, insieme ad una mia cara amica, alle 18:00 in punto mi sono recata alla sala dedicata alla presentazione dell'autrice e, dopo poco, gli ospiti sono arrivati per presentarci questo libro. Ad organizzare l'evento è stata l'associazione Laboratorio Magione che, durante la mezz'ora, ha spiegato anche quali sono i progetti per rendere Perugia più vicina ai lettori, assieme al vicesindaco della città (successivamente ci ha raggiunti anche un'assessore).
Elisa si è dimostrata subito una ragazza disponibile, aperta e molto emozionata, quindi è stato impossibile non ascoltare ogni sua singola parola. Il suo sogno è sempre stato quello di lavorare con le parole e questa ambizione si è sviluppata maggiormente durante il suoi corso di studi. Elisa, infatti, laureata in Comunicazione Internazionale Pubblicitaria, si occupa della selezione e sulla cura delle parole più adatte in ambito pubblicitario.
'L'altro regno di Elle' è nato durante la stesura della tesi di laurea, quando l'autrice ha deciso di appuntarsi su uno dei tanti fogli uno strano sogno che le ha lasciato il segno. Successivamente, una volta ritrovato per caso quell'appunto, ha deciso di occuparsene e di svilupparlo. Il tutto è iniziato come un racconto, per poi svilupparsi in qualcosa di più e diventare il romanzo di cui vi parlo oggi in questo post.

Di che tipo di libro si tratta?
Ambientato in una Londra Vittoriana, 'L'altro regno di Elle' è un fantasy steampunk - genere che l'autrice ama e vorrebbe vedere utilizzato più spesso. Questa particolarità è ripresa nel sottotitolo in cui si ha 'LOCUM A CRONOGRAPH', composto dalla prima parte in latino che rimanda al passato e la seconda parte in inglese che rimanda al futuro.
La protagonista è una bambina di 12 anni, convinta che qualche membro della sua famiglia le stia nascondendo qualcosa.

Scrittrice o sognatrice? E quali sono gli autori che hanno ispirato questa opera?
Elisa, come detto in precedenza, ha sempre sognato lavorare con le parole e, come dice lei stessa, i libri non sono soltanto un insieme di vocaboli, ma sono emozioni e sentimenti, valori e senso dell'avventura che solo con le espressioni giuste si riescono a passare ai lettori.
L'autore che ha ispirato ed accompagnato questa avventura nei pensieri dell'autrice è Lewis Carroll, suo preferito in assoluto.

Quali sono tre motivi per cui dovremmo comprare 'Il regno di Elle'?
1- Il libro è in grado di trasportare non soltanto all'interno del libro, ma sopratutto in un mondo diverso che è stato difficile creare;
2- Nei libri sono importanti le parole tanto quanto la scenografia e l'autrice spera di esserne riuscita a creare una ben fatta;
3- Dovremmo leggerlo perché siamo tutti sognatori e scoprire nuovi libri non solo è piacevole, ma apre la mente molto più di altri mezzi che abbiamo a disposizione.

Ci sarà un seguito?
L'autrice ha svelato di essere già al lavoro sul secondo volume di questa nuovissima serie ed ha annunciato -senza poter svelare troppo- che ci saranno sviluppi non solo cartacei, ma anche per quanto riguarda dei giochi interattivi.

Prima di lasciarvi, vi lascio un paio di foto e, sopratutto, una bellissima frase che Elisa Zetti ha pronunciato durante la sua presentazione: "ci si innamora del leggere".

 
*A sinistra io ed Elisa. [Doveva esserci anche la mia amica ma è venuta ad occhi chiusi, sigh], a destra la mia copia autografata*

E questo è tutto! Spero di avervi incuriositi e se volete saperne ancora di più vi lascio il -link- con il video della presentazione!

lunedì 16 maggio 2016

Alla scoperta di: 'L'amore a due passi' di Catena Fiorello (Perugia, 10/05/2016)

Buongiorno lettori! Come vi avevo anticipato la settimana scorsa nel blog, martedì ho avuto l'occasione di incontrare Catena Fiorello a Perugia. Ho scoperto l'evento per puro caso grazie ad una mail che mi è arrivata dalla Libreria Giunti di Corciano (avere la tessera di una libreria si è dimostrato utile ahhahaha). Non voglio perdermi in troppe chiacchiere, quindi passo subito al post, anche perché ho già aspettato fin troppo prima di mostrarvelo!


Alle 17:00 ci siamo ritrovati in sala, dove Fiorello era già presente e stava in compagnia di qualche conoscenza a fare video e foto. Appena l'incontro è iniziato, l'autrice ha trattato i temi secondo lei più importanti che sono presenti nel libro, alternandoli a vicende di vita personale ed a racconti che ci sono stati forniti da alcune persone nel pubblico.

Come è nato il romanzo?
Il romanzo è nato due anni fa, quando l'autrice non aveva voglia di andare da qualche parte per il suo compleanno (10 Agosto). Uscendo una mattina per andare alle poste si è ritrovata davanti due signori dall'aria molto triste. Li ha osservati e dentro di lei è nata un'dea: come sarebbe stata la loro vita se un giorno avessero scoperto di essere innamorati l'un l'altra?

Di cosa parla il libro?
Catena parla del suo libro come un inno all'amore come annullamento dell'età che si ha. Al contrario che nei suoi libri precedenti, infatti, in questo caso l'amore è il centro attorno a cui ruota tutto il romanzo. Non si tratta del solito amore, perché in questo caso i protagonisti sono due settantenni che si ritrovano ad essere innamorati come se fosse la prima volta, nonostante abbiano già una lunga vita alle spalle.
I due protagonisti sono Orlando e Marilena e l'autrice ha svelato di aver pensato a due persone precise durante la caratterizzazione dei suoi 'figli' d'inchiostro: Giancarlo Giannini e Lina Sastri.
La narrazione ruota attorno a questo amore sbocciato per caso, che fa innamorare chiunque si trovi ad osservarlo. Ad esso si alternano le storie dei figli di Orlando e Marilena e la vicenda di Annalisa, una ragazza conosciuta dai due amanti durante il loro primo viaggio e che è molto importante perché, come dice Catena, chiuderà il libro in un modo molto inaspettato.
La rivoluzione di questo libro sta proprio nel fatto che la storia è incentrata sull'idea dell'amore come conquista della propria persona e come rinascita. Il viaggio di Orlando e Marilena, infatti, simboleggia come qualsiasi persona, indifferentemente dall'età, possa decidere di abbandonare ogni sua idea e preconcetto per fare della vita che gli rimane qualcosa di unico, da assaporare ogni giorno.
Un altro tema trattato è quello della solitudine. Secondo l'autrice la donna ha più capacità per affrontare questa situazione, al contrario dell'uomo che è più ingenuo e meno forte.

Alcune curiosità sul libro:
- Sulla copertina vi sono due sdraie vuote rivolte verso il mare. Esse stanno ad indicare come qualsiasi persona vi ci possa sedere per poter ammirare l'infinito. L'amore è, infatti, ciò che giustifica e permette di guardare l'infinito;
- Sul retro della copertina vi è un ulivo che deve ancora crescere. Esso simboleggia la rinascita inconsapevole dei due protagonisti;
- La scena preferita dell'autrice è quella in cui i due protagonisti si trovano al compleanno di Annalisa e ballano sulle note di 'How deep is your love' dei Bee Gees;
- La colonna sonora del libro è data da Alan Sorrenti, che viene spesso canticchiato da Orlando;
- L'autrice ha scelto il Salento come sfondo della storia perché trova che sia una delle 'cartoline' più belle d'Italia;
- Il libro è dedicato alla madre di Catena perché, durante la lettura, essa si è sentita in forte collegamento con Orlando;
- E' stato scelto il lieto fine perché l'autrice vuole dare una speranza a tutte le persone.

*io e Catena dopo la presentazione*

*la mia copia del libro autografata (sì, lo so, Ilenia sembra scritto con la y)*


Fatemi sapere se leggerete questo libro e se avete trovato interessante questo piccolo resoconto dell'incontro!

venerdì 8 aprile 2016

Alla scoperta di: 'San Pietro' di Alberto Angela (Perugia, 6/04/2016) + piccola sorpresa

Buongiorno carissimi lettori!! Oggi sono emozionatissima mentre scrivo questo post perché giusto un paio di giorni fa ho avuto l'onore di incontrare dal vivo Alberto Angela, alla presentazione del suo ultimo libro 'San Pietro. Misteri e meraviglie in un racconto lungo 2000 anni'. Avrete sicuramente già visto alcune foto su Instagram e sulla pagina Facebook del blog, ma qui ci tenevo a parlarvi un po' meglio di questa giornata! Non sono riuscita a mettere prima questo post, ma meglio tardi che mai, no?

*fila in attesa dell'arrivo di Alberto Angela*

Durante il Festival Internazionale del Giornalismo, che si è tenuto qui a Perugia dal 6/04 al 10/04, è stato ospite Alberto Angela, per presentare il suo ultimo libro attraverso una conferenza interessante sulla storia della Basilica di San Pietro. La giornata è iniziata con una lunghissima attesa fuori dal luogo dell'incontro, ovvero la Sala dei Notari di Perugia. 
Contate che l'incontro era alle 18:00 ed io, mia madre e mia sorella eravamo lì già dalle 15:00. Per fortuna, direi, perché quella che vedete qui sopra è la fila immane che attraversava buona parte del centro storico verso le 16:00.
L'attesa è stata abbastanza stancante, perché ce ne stavamo tutti attaccati come sardine, però alla fine siamo stati ripagati! Le porte sono state aperte e ci siamo fiondati all'interno della Sala per aspettare l'inizio della conferenza.

*io, mamma e sorella, felici di essere riuscite a trovare posto in quarta fila*

E' a questo punto che abbiamo avuto la prova della generosità di Alberto Angela che, notata la quantità di persone che purtroppo non erano riuscite ad entrare nella sala ha deciso non solo di ripetere la conferenza ben due volte di seguito (cosa che non era prevista, infatti il tutto doveva concludersi verso le 20:00) per poter permettere a tutti di seguirla, ma anche di fermarsi fino a tarda sera per firmare libri e fare foto (contate che noi tre abbiamo dovuto aspettare fino alle 23:00 per riuscire ad avvicinarci a lui e non eravamo le ultime della fila!). E' stato indubbiamente stancante per tutti, se contate che siamo stati otto ore lì in attesa, ma è stato tutto ripagato dall'enorme gentilezza di Alberto che si è messo a disposizione di tutti, dimostrando una grande umanità.
Prima di iniziare la conferenza,  Alberto si è soffermato sul significato dell'essere giornalisti ed ha dato degli importanti consigli a tutti coloro che aspirano a questa professione. Una cosa che mi è rimasta in mente come se me la stesse dicendo ancora è questa frase: 'Ricordate che la qualità paga sempre, non la quantità'. La cosa più importante dell'essere giornalisti è l'attendibilità.
La conferenza è stata davvero interessante e si è svolta tutta attorno a San Pietro. Alberto Angela ci ha portato all'interno della Basilica con un documentario 'dal vivo', trasportandoci tutti con il suo modo di fare simpatico e leggero. In poco più di un'ora abbiamo davvero vissuto duemila anni di storia, aiutati da immagini che ci hanno permesso di vedere concretamente tutto ciò che ci veniva spiegato.
Qui di fianco vedete le fasi della costruzione della Basilica, che ci sono state raccontate sotto il punto di vista sia storico che artistico, seguendo i capitoli del libro 'San Pietro. Misteri e meraviglie in un racconto lungo 2000 anni'.
Non c'è molto da dire sulla conferenza in sé, siccome Alberto non si è soffermato sul perché ha deciso di scriverla o sul cosa lo ha spinto ad approfondire proprio questo pezzo di storia, ma è stata davvero come una lezione di storia, o come seguire una puntata di 'Ulisse' dal vivo, quindi se vi dicessi ogni singola cosa di ciò di cui ha parlato Alberto Angela, creerei un post su tutta la storia di San Pietro, con annesse date, nomi e quant'altro che, per quanto possa essere interessante, credo che sarebbe eccessivo per questo post, anche perché sarebbe come dirvi minuziosamente tutto ciò che è narrato nel libro.


Alla fine della conferenza, abbiamo aspettato che concludesse anche la seconda, dopodiché - finalmente! - siamo riuscite ad avvicinarci ad Alberto dopo un'altra interminabile fila.
Qui di seguito trovate me che faccio autografare uno dei suoi libri. Abbiamo fatto firmare ogni libro a nome di mia sorella, perché i volumi sono suoi e perché è lei la fan numero uno di Alberto in casa!
Oltre questo, a fianco, trovate la piccola sorpresa a cui ho accennato nel titolo: un saluto per me e per tutti voi scritto e firmato direttamente dalla penna di Alberto Angela 

Spero che il mio pensiero viabbia fatto sorridere!
A presto!

lunedì 23 marzo 2015

Alla scoperta di: 'Bet' di Fabio Tacchi (Perugia, 20/03/2015)

Buongiorno lettori! Oggi ho un post particolare per voi, che tratta la presentazione di un libro italiano avvenuta a Ponte San Giovanni, un paese della mia stessa provincia (anche se non vicinissimo a casa mia). Grazie ad un annuncio fattomi dalla Dunwich Edizioni, ho scoperto e partecipato alla presentazione di 'Bet', opera di Fabio Tacchi. Spero che questa sia solo una delle mie prime occasioni! E' sempre bello scoprire nuove opere e, fra noi blogger, forse è anche meglio. E' bello collaborare con CE efficaci, che trovano un minuto per invitarti ad una presentazione, per recensire e scoprire. Personalmente, essere ripagata con tutte le storie che oggi conosco è molto più importante di quanto possa esserlo guadagnarci sopra (ogni riferimento è puramente casuale, ma è risaputa la recente faccenda dei book blogger per profitto. Farsi pagare per recensire libri e partecipare ad eventi simili è una cosa terribilmente pessima). In ogni caso, lasciamo stare questo argomento e passiamo a 'Bet'!

Foto1: a sx Claudio Stella, a dx Fabio Tacchi | Foto2: la pila di 'Bet' in mostra | Foto3: Fabio autografa le copie del suo romanzo | Foto4: dedica ed autografo di Fabio Tacchi sulla mia copia | Foto5: a sx Fabio Tacchi, a dx io.

Alle 18:10 è iniziata, presso la Liberia Grande di Ponte San Giovanni (PG), la presentazione di 'Bet', un romanzo definito un pò thriller, mistery, un pò atipico. L'evento si è svolto in compagnia di Fabio Tacchi, un timido grafico neo scrittore, e Claudio Stella che ha iniziato l'evento rispondendo all'ipotetica domanda più famosa del mondo.
  • Cos'è 'Bet', perché leggerlo? 
    Secondo Claudio, Fabio è riuscito a creare una storia efficace nonostante sia alle prime armi con questo lavoro di scrittore. Il libro presenta diversi punti a sui favore.
    La prima cosa è l'organizzazione stessa del romanzo in grado di agguantare il lettore ed intrappolarlo in una morsa di curiosità, interessarlo ed appassionarlo. Anche il linguaggio (nonostante ci sia ancora un margine di miglioramento) è davvero efficace ed incisivo, attraversato da una fetta di ironia un po' cinica che rende il romanzo leggero.
    Fondamentalmente importante ed attraente è Bet, la protagonista stessa. Un personaggio un pò sociopatico, quasi asessuato, dagli atteggiamenti che potrebbero essere definiti in alcuni momenti mascolini ed in altri puramente femminili. Bet è una straniera. Straniera nel senso che non appartiene a niente: non ha un passato, non ha un futuro. Vive solo del suo presente, esclusivamente privo di socializzazione se non per alcuni momenti vissuti attraverso una stranissima chat virtuale. L'unica cosa che ha è un lavoro privo di sentimento se non sadismo.
    Il romanzo permette di conoscere l'impossibilità di una comunicazione sociale e perciò è perfettamente attuale: le persone sono delle formiche laboriose e frettolose che, oltre quello, non sanno che senso dare alla propria vita.
Insomma, Claudio ha dato molti motivi per cui interessarsi all'opera di Tacchi, ma come si definisce l'autore? Appena arrivato il suo momento di parlare, Fabio ha abbattuto il muro dell'iniziale timidezza, ironizzando un poco su se stesso e sul suo romanzo con tutti i presenti. Non ritiene di essere un famigerato scrittore, ma si sente comunque un po' artista perché, dice lui: "artista è qualcuno a cui manca qualcosa" ed è proprio da questo che è nato 'Bet': perché scrivendo, l'autore esiste un pò di più.
  • Come nasce il mondo di 'Bet'?
    A detta dell'autore, l'intera storia è nata da una riflessione sull'esistenza delle cose e su come una cosa debba esistere per essere. Fabio si spiega: "Se creiamo interazioni dall'inizio, anche una persona che non esiste, allora esiste. Io lascio delle tracce e queste tracce fanno di me quello che sono". La storia di Bet infatti nasce nel momento in cui essa scommette di uccidere una persona. Persona che si inventa e che, successivamente, fa morire.
    Il romanzo è cresciuto in Fabio per un lungo periodo, è stato un pensiero, un'idea che ha elaborato per parecchio tempo prima di metterla per iscritto. In esso espone il mondo secondo la sua personale idea, la sua visione della vita, sottolineando l'impersonalità dei luoghi e dei rapporti sociali; inserendo in questo modo una parte di sé in 'Bet'.
Passata la prima mezz'ora è tempo di domande. Ed è proprio in questo modo che Fabio risponde anche alla domanda che io stessa gli pongo. Chiedo in che modo, secondo lui, potrebbe provare a convincere una persona poco appassionata del genere a leggere comunque il suo romanzo. Egli risponde, infatti, che se 'Bet' va letto è perché è attuale, parla del mondo in cui viviamo. Definisce la sua opera un romanzo che parla di noi, camuffato in un thriller che, poi, presenta mille diverse sfumature al suo interno.
  • Come mai la scelta di una protagonista femminile?
    Stupendo tutti, Fabio afferma che inizialmente Bet non era una donna, bensì un uomo. L'unico problema è che, scrivendo, si è accorto che alcune delle scelte prese dalla protagonista erano estremamente femminili. Per questo motivo è nata la decisione di trasformare Bet in una donna bellissima. Una bellezza che, però, a parte l'aspetto curato ha un carattere ben poco femminile.
Questa è la domanda a cui risponde Fabio prima di lasciarci ed assicurarci che, nonostante sia un po' intimorito da quello che potrebbe o non potrebbe essere il successo di questo suo romanzo, continuerà a scrivere ed ha già qualche idea in testa, anche se nulla di certo al momento.

Da parte mia, non potevo certo andarmene prima di aver acquistato una copia del romanzo rigorosamente autografata! Sono molto felice di aver partecipato a questa presentazione. E poi, udite!, Fabio è riuscito ad incuriosire persino mia madre che, come sapete, non è proprio fatta per questo genere di romanzi!


Fatemi sapere se avete letto questo libro o lo leggerete!

*un saluto a tutti voi da me e Fabio!*