Buongiorno lettori e buon lunedì! Ormai a quanto pare ho preso il ritmo e sto riuscendo a leggere un libro a settimana. So che per molti di voi sembrerà pochissimo, ma per me è un ottimo risultato visto che negli ultimi anni sono riuscita a leggere in media due libri al mese. Finalmente sto un po' recuperando e, pian piano, spero di riuscire a tornare a leggere ancora di più, anche se questo equilibrio mi sta piacendo.
La recensione che vi lascio oggi mi sta abbastanza a cuore, perché tratta una storia vera ed io trovo che ci sia sempre qualcosa di più nelle storie non inventate.
Titolo: Per il sogno di altri
Autore: Massimo Bellavita
Pagine: 311
Prezzo: € 12,98
Editore: Autopubblicato
Trama: Doveva essere un lavoro semplice, l'esperienza e le conoscenze c'erano, il posto era stato trovato e il requisito richiesto per il nuovo socio era uno solo ma fondamentale: fare il lavoro sporco. E da quell'esperienza nasce la testimonianza in prima persona di un sogno che si realizza, l'apertura di un allevamento e pensione per cani, dove due soci mettono a nudo la loro vera indole e si confrontano con i due mondi paralleli in cui si trovano a vivere: quello umano e quello canino.
Per il sogno di altri è il diario di un uomo pieno di voglia di riscattare se stesso, non per un motivo preciso, ma perché a volte nelle persone scatta la necessità di ricordare a se stessi cosa si è in grado di fare. Mi sono sentita molto vicina all'autore in questo.
Il libro è un diario in cui l'autore ci racconta gli sforzi fatti per aprire una pensione per cani assieme a Giorgio, un socio particolarmente assente. La visione di questo lavoro è totalmente differente nei due uomini: il primo vuole qualcosa di solido, bello sia da vedere che da gestire e, sopratutto, si interessa alla salute dei cani; il secondo ha un atteggiamento molto più superficiale e dimostra più e più volte nel corso della storia di avere un obiettivo molto preciso: fare soldi con la pensione e tutte le attività ad essa collegata, incluso un allevamento.
La storia si svolge in un arco di quattro anni e ruota tutta attorno alla ricostruzione del luogo adibito a canile e delle conseguenti necessità. L'autore racconta minuziosamente ogni lavoro apportato al capannone preso in affitto e molte parti del libro sono dedicate alla descrizione della costruzione di box, recinti, tettoie ed altri accessori utili (e necessari) per la costruzione di un luogo in cui permettere ai cani ospiti della struttura di sentirsi a loro agio e svolgere tutte le loro attività (mangiare, correre, dormire e tutto il resto).
Oltre ai dettagli tecnici che, seppur molto presenti, non rendono il libro noioso o pesante, l'autore condivide con i suoi lettori anche moltissime emozioni. Il libro, infatti, è costellato di accadimenti che scuotono il cuore di chi legge. Molti di essi sono collegati ad esperienze avute con aziende poco serie o persone altrettanto poco serie, ma alcune volte l'autore in questo diario si lancia anche nella descrizione di fatti legati a cani che gli sono stati a cuore. Tra i vari accadimenti raccontati, ammetto che quello di Arpa mi ha spezzato il cuore perché mi ha riportato alla morte di Luna, una gatta che per me era come una figlia. E' stato doloroso e comprendo ciò che l'autore ha detto: questa mancanza non si colmerà mai, anche se io sono circondata da tanti altri animali qui a casa.
Il libro scorre incredibilmente veloce, al punto che le pagine sembrano sparire davanti agli occhi del lettore e, tra un momento di rabbia, uno di soddisfazione ed uno di sconforto, chi legge arriva alla fine del libro con un sospiro dato dall'aver dovuto abbandonare una storia così sentita e con un po' di curiosità su come possano essersi evolute le cose dopo quegli anni. Ci si trova immancabilmente ad augurare tutto il bene possibile al protagonista di questa storia che, ci tengo a sottolineare, è vera.
Per il sogno di altri è il diario di un uomo pieno di voglia di riscattare se stesso, non per un motivo preciso, ma perché a volte nelle persone scatta la necessità di ricordare a se stessi cosa si è in grado di fare. Mi sono sentita molto vicina all'autore in questo.
Il libro è un diario in cui l'autore ci racconta gli sforzi fatti per aprire una pensione per cani assieme a Giorgio, un socio particolarmente assente. La visione di questo lavoro è totalmente differente nei due uomini: il primo vuole qualcosa di solido, bello sia da vedere che da gestire e, sopratutto, si interessa alla salute dei cani; il secondo ha un atteggiamento molto più superficiale e dimostra più e più volte nel corso della storia di avere un obiettivo molto preciso: fare soldi con la pensione e tutte le attività ad essa collegata, incluso un allevamento.
La storia si svolge in un arco di quattro anni e ruota tutta attorno alla ricostruzione del luogo adibito a canile e delle conseguenti necessità. L'autore racconta minuziosamente ogni lavoro apportato al capannone preso in affitto e molte parti del libro sono dedicate alla descrizione della costruzione di box, recinti, tettoie ed altri accessori utili (e necessari) per la costruzione di un luogo in cui permettere ai cani ospiti della struttura di sentirsi a loro agio e svolgere tutte le loro attività (mangiare, correre, dormire e tutto il resto).
Oltre ai dettagli tecnici che, seppur molto presenti, non rendono il libro noioso o pesante, l'autore condivide con i suoi lettori anche moltissime emozioni. Il libro, infatti, è costellato di accadimenti che scuotono il cuore di chi legge. Molti di essi sono collegati ad esperienze avute con aziende poco serie o persone altrettanto poco serie, ma alcune volte l'autore in questo diario si lancia anche nella descrizione di fatti legati a cani che gli sono stati a cuore. Tra i vari accadimenti raccontati, ammetto che quello di Arpa mi ha spezzato il cuore perché mi ha riportato alla morte di Luna, una gatta che per me era come una figlia. E' stato doloroso e comprendo ciò che l'autore ha detto: questa mancanza non si colmerà mai, anche se io sono circondata da tanti altri animali qui a casa.
Il libro scorre incredibilmente veloce, al punto che le pagine sembrano sparire davanti agli occhi del lettore e, tra un momento di rabbia, uno di soddisfazione ed uno di sconforto, chi legge arriva alla fine del libro con un sospiro dato dall'aver dovuto abbandonare una storia così sentita e con un po' di curiosità su come possano essersi evolute le cose dopo quegli anni. Ci si trova immancabilmente ad augurare tutto il bene possibile al protagonista di questa storia che, ci tengo a sottolineare, è vera.
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