Buongiorno lettori! Oggi vi parlo di un libro che ho letto per l'università e che non so se avrei mai letto altrimenti. In questo post vi mostro un'edizione che non è quella che ho io, perché il mio volume è vecchissimo e non sono riuscita a trovarlo online. In ogni caso, ve lo farò vedere nel video riassunto delle letture!
Proprio per il fatto che non si tratta della mia edizione, ho deciso che a fine mese non metterò questa copertina nella rubrica Breathtaking cover.
Titolo: Le avventure di Pinocchio
Autore: Carlo Collodi
Pagine: 224
Prezzo: € 5,00
Editore: Giunti
Trama: Racconto di uno straordinario vagabondaggio tra locande malfrequentate, mangiatori di fuoco, sbirri e forche, "Le avventure di Pinocchio" si è imposto in modo felice e inaspettato tra i classici della nostra letteratura. Ironico e giocoso, ma anche forte di una lingua sorvegliatissima e di un ritmo perfetto, il libro del burattino rappresenta da oltre cento anni vizi e virtù del Belpaese. In una nazione da poco unita, dove si trattava di "fare gli italiani" tra la fame e la miseria, nasce questo inusuale romanzo di formazione e di redenzione. Ai consigli di un grillo logorroico e di una fatina fin troppo affettuosa, fa da contraltare un fuoco dipinto sul muro, simbolo del potere della fantasia.
Recensione:
Il punto di questo libro, è che essenzialmente non mi ha lasciato nulla. Non mi ha fatto né caldo né freddo e onestamente lo ho letto iniziandolo con un lieve interesse ed arrivando alla fine non avendone più rimasto nemmeno un briciolo.
Pinocchio non è un personaggio che mi abbia mai fatta impazzire e, se nelle trasposizioni la sua personalità lo rende leggermente fastidioso, nel libro è quasi insopportabile. Come tutti ben saprete, si tratta di un burattino molto vivace, che passa la sua vita a fare marachelle e cose sciocche che lo portano a vivere momenti di pura disgrazia, dai quali però non impara assolutamente nulla. L'unico momento in cui rinsavisce, è alla fine, quando ritrova il suo caro babbo Geppetto e diventa finalmente bambino.
Non penso che 'Le avventure di Pinocchio' possa essere considerato un vero e proprio romanzo di formazione, perché essenzialmente il protagonista impara poco e nulla dalle sue azioni che, nonostante siano continuamente negative, gli vengono sempre perdonate. Certo è, che ci sono dei momenti in cui gliene capitano davvero di tutti i colori ed inizia a pensare di voler cambiare, ma il punto è che non cambia mai ed a volte mi è venuto da chiedermi: ma perché Collodi ha voluto creare un personaggio così fastidioso?
A parte questo lungo monologo sul personaggio di Pinocchio e sui tristi episodi che si collegano ad uno ad uno e vanno a formare l'intero libro, devo dire che almeno lo stile dell'autore si salva. Mi è piaciuto il fatto che siano state inserite espressioni dialettali e che il tutto sia piuttosto colloquiale.
Non nego che libro si legga in un'oretta o poco più ma, come ormai ho ben imparato nella mia 'carriera' di lettrice incallita, questo non sempre indica che il libro sia piacevole.
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