Buongiorno lettori! Iniziamo una nuova settimana in compagnia del mio parere riguardante un libro che, ho scoperto solo ieri, è candidato al Modus Legendi 2020 (se cliccate qui potete andare a vedere il sito e votare il libro). Un libro che credo valga la pena leggere, ma che ha anche un lato oscuro. Qui sotto ve ne parlo per bene!
Titolo: Amatka
Autore: Karin Tidbeck
Pagine: 227
Prezzo: € 16,00
Editore: Safarà Editore
Traduzione: Cristina Pascotto
Trama: Nel mondo che i Pionieri hanno colonizzato valicando un confine di cui si è persa ogni traccia, gli oggetti decadono in una poltiglia tossica se il loro nome non viene scritto e pronunciato con prefissata frequenza. Per evitarne la distruzione, un comitato centrale veglia severamente sulle parole pronunciate dagli abitanti delle colonie, perché la vita in un mondo minacciato dalla disgregazione richiede volontà e disciplina. Vanja, cittadina di Essre, viene inviata dalla sua comune nella gelida colonia di Amatka e troverà ad attenderla i primi fuochi di una rivoluzione sotterranea giocata sulla potenza del linguaggio. Suo malgrado, Vanja dovrà così affrontare le possibilità che si celano dietro il velo di blanda oppressione che assopisce i pensieri e le parole del popolo di Amatka.
Amatka è un libro che parte in quarta, gettando il lettore in un mondo molto particolare dove ogni cosa sembra uguale al mondo che noi conosciamo, ma è allo stesso tempo completamente diversa. Tutti gli oggetti, infatti, rischiano di dissolversi se il loro nome non viene periodicamente marcato. Le parole, in questo libro, sono una cosa seria e sono allo stesso tempo simbolo di vita e di morte. La particolarità che caratterizza le colonie del mondo colonizzato dai Pionieri, rende il lettore subito curioso: si cerca subito di comprendere cosa sia successo agli oggetti veri, quelli del vecchio mondo. Inoltre, che fine ha fatto il vecchio mondo? Purtroppo l'autrice non risponde a questa domanda, cosa che un poco mi è dispiaciuta perché mi sarebbe piaciuto scavare più a fondo nella storia del nuovo mondo.
Il libro scorre velocissimo, accompagnato da una narrazione spedita, e accogliente. Lo stile dell'autrice non è complesso, ma lascia nel lettore la sensazione di avergli donato qualcosa di più di un semplice gruppo di parole. Il lettore si sente coccolato dall'autrice che, non so se inconsciamente, sprigiona nelle sue parole il calore che manca ad Amatka, una cittadina dal clima gelido.
La protagonista, Vanja, è una ragazza impulsiva che si rivela sin da subito stufa della sua condizione di vita e, nel momento in cui incontra Nina, decide di dare una svolta alla sua esistenza. Rimando ad Amatka, Vanja ci permette di comprendere molte cose che risultavano nascoste da un velo di mistero. Il suo personaggio è la svolta, la chiave che permette al lettore di squarciare il sipario che divide vita vera e vita nelle colonie. Al fianco di questa donna troviamo diversi personaggi, tra cui i più degni di nota sono Nina ed Ivar, il bibliotecario ed Ulla. Quest'ultima è il personaggio più sfuggente, quello che fino alla fine rimane un mistero.
La storia avanza in un vero e proprio moto di ribellione che il consiglio della Comune cerca di sopprimere, ma che le parole accrescono fino a far sfociare in qualcosa di più di un semplice pensiero. Vivere la storia di Vanja è davvero intrigante ed è impossibile staccarsi dalle pagine anche quando, dalla seconda parte in poi, la storia inizia ad essere un pochino inquietante nelle atmosfere. L'autrice ci rivela a poco a poco un enorme mistero e tutta la suspense lascia il lettore con il cuore in gola fino al finale che, però, ahimé mi ha veramente lasciata con l'amaro in bocca. Non ho infatti compreso appieno le scelte dell'autrice sulla conclusione del libro e, onestamente, la conclusione stessa mi è apparsa affrettata e... strana. Dalla solidità della storia si passa ad un mondo quasi onirico, dove non si capisce più cosa è reale e cosa no e dove, sopratutto, non vengono spiegate troppe cose. Un finale che, secondo me, abbassa di molto lo stupore generale che il libro regala nel suo insieme.
Amatka è un libro che parte in quarta, gettando il lettore in un mondo molto particolare dove ogni cosa sembra uguale al mondo che noi conosciamo, ma è allo stesso tempo completamente diversa. Tutti gli oggetti, infatti, rischiano di dissolversi se il loro nome non viene periodicamente marcato. Le parole, in questo libro, sono una cosa seria e sono allo stesso tempo simbolo di vita e di morte. La particolarità che caratterizza le colonie del mondo colonizzato dai Pionieri, rende il lettore subito curioso: si cerca subito di comprendere cosa sia successo agli oggetti veri, quelli del vecchio mondo. Inoltre, che fine ha fatto il vecchio mondo? Purtroppo l'autrice non risponde a questa domanda, cosa che un poco mi è dispiaciuta perché mi sarebbe piaciuto scavare più a fondo nella storia del nuovo mondo.
Il libro scorre velocissimo, accompagnato da una narrazione spedita, e accogliente. Lo stile dell'autrice non è complesso, ma lascia nel lettore la sensazione di avergli donato qualcosa di più di un semplice gruppo di parole. Il lettore si sente coccolato dall'autrice che, non so se inconsciamente, sprigiona nelle sue parole il calore che manca ad Amatka, una cittadina dal clima gelido.
La protagonista, Vanja, è una ragazza impulsiva che si rivela sin da subito stufa della sua condizione di vita e, nel momento in cui incontra Nina, decide di dare una svolta alla sua esistenza. Rimando ad Amatka, Vanja ci permette di comprendere molte cose che risultavano nascoste da un velo di mistero. Il suo personaggio è la svolta, la chiave che permette al lettore di squarciare il sipario che divide vita vera e vita nelle colonie. Al fianco di questa donna troviamo diversi personaggi, tra cui i più degni di nota sono Nina ed Ivar, il bibliotecario ed Ulla. Quest'ultima è il personaggio più sfuggente, quello che fino alla fine rimane un mistero.
La storia avanza in un vero e proprio moto di ribellione che il consiglio della Comune cerca di sopprimere, ma che le parole accrescono fino a far sfociare in qualcosa di più di un semplice pensiero. Vivere la storia di Vanja è davvero intrigante ed è impossibile staccarsi dalle pagine anche quando, dalla seconda parte in poi, la storia inizia ad essere un pochino inquietante nelle atmosfere. L'autrice ci rivela a poco a poco un enorme mistero e tutta la suspense lascia il lettore con il cuore in gola fino al finale che, però, ahimé mi ha veramente lasciata con l'amaro in bocca. Non ho infatti compreso appieno le scelte dell'autrice sulla conclusione del libro e, onestamente, la conclusione stessa mi è apparsa affrettata e... strana. Dalla solidità della storia si passa ad un mondo quasi onirico, dove non si capisce più cosa è reale e cosa no e dove, sopratutto, non vengono spiegate troppe cose. Un finale che, secondo me, abbassa di molto lo stupore generale che il libro regala nel suo insieme.
Peccato per il finale :( La storia comunque sembra interessante, non escludo di dargli una chance prima o poi!
RispondiEliminaSarei davvero curiosa di sapere se ti piacerebbe!
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