Buongiorno amici lettori! Non sono sparita, ma mi hanno anticipato la discussione di laurea al 26 Ottobre e quindi in quest'ultima settimana sono iper impegnata. Nonostante ciò, è con un grande piacere che riesco a prendere parte al blogtour dedicato alla nuovissima versione di Death is not the worst, libro di cui vi avevo parlato per la prima volta circa tre anni fa e che ora è tornato in libreria con una nuova forza.
Il mio lavoro oggi va a chiudere quello che è stato un tour spaziale, diviso tra blog, Youtube ed Instagram. Nella mia tappa vi parlo di creature antropofaghe, in particolar modo di predatori, figure fondamentali all'interno del libro.
PREDATORE
Tass. Linneus: Homo Predator
Il predatore ha un antenato comune con l'Homo Sapiens, ma le sue capacità sono molteplici e tra le più importanti vi è indubbiamente il mimetismo. Questo è reso possibile da unghie vestigiali e zanne in parte retrattili, che permettono al predatore di mescolarsi tra la gente comune.
Nonostante la capacità di mimetizzazione i predatori preferiscono vivere in piccoli branchi familiari o isolati dal resto del mondo. Alcuni di loro riescono facilmente ad inserirsi nella vita mondana e lo fanno in particolar modo per ottenere potere; in questo modo riescono a muoversi liberamente nel mondo degli umani fino addirittura a cacciare indisturbati. Le tecniche di caccia ruotano attorno alla secrezione di un particolare ferormone in grado di affascinare e stordire gli uomini, facendoli cadere in uno stato semi-ipnotico. Predatori più potenti possono addirittura utilizzare doti sciamaniche per manipolare gli uomini.
Assumere il sangue di un predatore cambia totalmente chi lo ingerisce, rendendolo un succube. Il sangue infatti è neurotossico, crea dipendenza e addirittura trasmette alla preda la capacità di metabolizzare qualsiasi cosa rendendolo una sorta di mutante fino a sviluppare una malattia molto simile alla Creutzfeldt-Jakob (alla quale però i predatori sono totalmente immuni).
I predatori hanno un breve periodo di fertilità (le donne, in particolare, sono fertili una o due volte all'anno) e possono unirsi agli umani creando degli ibridi sterili. Una particolare conformazione genetica, però, agisce per compensare questo lento sviluppo e raallenta molto l'invecchiamento cellulare di questi umanoidi rendendo la loro vita particolarmente longeva. Oltre a questa particolarità, i predatori si distinguono dall'uomo comune per via del loro metabolismo estremamente veloce che non soltanto rende pelle ed ossa più resistenti, ma permette alla creatura di rimarginare velocemente le proprie ferite e di assimilare praticamente qualsiasi cosa.
Ci sono delle cose che accomunano il predatore al vampiro:
- zanne e artigli;
- occhi cangianti;
- capacità persuasive e simil-ipnotiche;
- forza superiore a quella umana;
- apparente immortalità;
- capacità di passare inosservati;
- antropofagia.
Siete incuriositi da questa creatura?
Se sì, direi che è arrivato il momento di recuperare la lettura di Death is not the worst!
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