Buonasera lettori! Oggi non avevo intenzione di pubblicare niente qui sul blog, ma visto che mi sto ritrovando in un momento in cui non ho la più pallida idea di cosa fare, ho deciso di scrivere una nuova segnalazione per voi, in modo da smaltire ancora un minimo tutte le presentazioni che ho ancora arretrate!
Titolo: C'era un italiano in Argentina...
Autore: Claudio Martino e Paolo Pedrini
Pagine: 232
Prezzo: € 15,00
Editore: Hever Edizioni
Trama: Era un tipo decisamente intrigante. Lo confermano le rare fotografie che mostrano i gradevoli tratti del volto messi in risalto dalla capigliatura all’umberta assai à la page e da pizzetto e baffi a manubrio, la naturale eleganza del portamento e una sobria ricercatezza nel vestire. E lo ribadisce la descrizione fisica lasciataci da Luigi Arnaldo Vassallo, direttore del “Secolo XIX” di Genova, nel commento a chiusura della notizia dell’omicidio trasmessa da Buenos Aires (3 giugno 1904): «Di alta statura, di una complessione ferrea che mi ricordava quella di Giuseppe Verdi nella virile faccia aperta, così composta e serena, pareva specchiarsi tutta l’indole sua».
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Gli autori:
Entrambi reduci dall’Università di Torino, laureati l’uno in legge e l’altro in agraria, si sono incrociati per la prima volta sul fronte di lavoro, nel 1986, occupati all’interno della stessa organizzazione associativa agricola. Hanno subito fraternizzato in un sodalizio che dura da allora, tra alterne vicende in cui i destini professionali di ciascuno (sia come campo di attività sia per ambito territoriale) si sono allontanati e riavvicinati più volte. Un leitmotif ha fatto sempre da sfondo all’impegno comune e agli intervalli di distacco: la costante collaborazione con testate giornalistiche nazionali e locali dettata dalla passione di scrivere, che si è articolata in reportages, inchieste, ritratti, rubriche, interviste, attualità, commenti e anche cronache, condotti sovente a quattro mani. “C’era un italiano in Argentina…” è la loro opera d’esordio.
Avete già sentito parlare di questo libro?
non mi ispira per niente...
RispondiEliminaDavvero, come mai?
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